recensione

RECENSIONI: ROGER WATERS LIVE @ UNIPOL ARENA, BOLOGNA – THIS IS NOT A DRILL TOUR

Si è conclusa la parte Italiana del tour di Roger Waters, non sappiamo se sarà veramente un addio, ma se così fosse, ha lasciato il segno in tutte le persone che hanno assistito a questo spettacolo. Così, non essendo riuscito a partecipare in prima persona ai concerti, Pink Floyd Italia in collaborazione con www.darsipace.it vi racconta la data del 21 Aprile 2023 alla Unipol Arena di Bologna, nelle splendide parole di Andrea Bellaroto, che vi farà riflettere su cosa ha rappresentato questo concerto..


Roger Waters live @ Unipol Arena, 21 Aprile 2023 – Bologna

Recensione di Andrea Bellaroto

Onore a Roger Waters, uno dei pochi artisti che negli ultimi decenni non sono piegati alla deriva nichilista e rinunciataria della cultura dominante, continuando invece a denunciare la violenza di un sistema di potere diventato ancora più pervasivo e distruttivo, per certi versi, rispetto agli anni ’70. Lo storico leader dei Pink Floyd, giunto alla soglia dei suoi 80 anni, testimonia di avere ancora una carica di energia contestatrice (ormai merce rara), non solo per le posizioni che ha preso pubblicamente sul conflitto russo-ucraino ma anche soprattutto per il tour che sta portando in giro per il mondo: “This is not a drill” (questa non è un’esercitazione), definito il suo primo tour di addio.

Sono stato alla prima data di Bologna, venerdì scorso, all’Unipol Arena, e mi sono trovato immerso in uno concerto di quasi tre ore in cui messaggio artistico e messaggio politico si intrecciano indissolubilmente in uno spettacolo fatto non solo di musica ma anche di scenografie e proiezioni su schermi alti tre metri, disposti a croce sopra il palco al centro dell’arena. Un’opera d’arte totale.

Subito prima dell’inizio dello spettacolo, la voce di Roger fuori campo avverte tutti gli spettatori: “se sei una di quelle persone che dicono ‘io amo i Pink Floyd ma non sopporto le posizioni politiche di Waters’ faresti meglio a fotterti a andartene al bar immediatamente”. Poi inizia il concerto, sulle note di Comfortably Numb, uno dei brani più celebri di The Wall, trasformata però in una sorta di ballata apocalittica, mentre sugli schermi giganti corrono le immagini di un’umanità ridotta a mandrie di zombie chini sui loro cellulari, in uno scenario di città devastate. Il messaggio è chiaro: siamo tutti anestetizzati, passivi e distratti, ci hanno resi “comodamente insensibili” (comfortably numb).

Come una sveglia arriva il ritmo martellante di Another Brick in The Wall, che cambia completamente l’atmosfera. Sugli schermi stavolta scorre una scritta rossa a caratteri cubitali: PROPAGANDA. E poi, subito dopo, l’avvertimento: “chi controlla la narrativa domina il mondo”. È con la propaganda che questo sistema costruisce i muri delle nostre prigioni mentali. È così che ci rendono anestetizzati.

Ma chi vuole tutto questo? Nell’intermezzo tra un brano e l’altro compaiono dei dialoghi, in stile fumetto:

A: Devono credere che siamo proprio stupidi!

B: Chi? A chi ti riferisci quando parli di “loro”?

A: Quelli che se ne stanno su negli attici, i fottuti oligarchi.

La canzone stavolta è The powers that be, i poteri che ci sono, che non hanno mai smesso di esserci: le oligarchie che dominano il mondo.

Durante il brano successivo, sullo schermo compaiono, una dopo l’altra, le facce di molti presidenti degli stati uniti, da Ronald Raegan a Joe Biden, passando per Obama e Trump. Ognuno ha scritto davanti alla faccia “WAR CRIMINAL”, criminale di guerra. Senza mezzi termini.

Ma non ci sono solo temi “sociali”. In una sezione del concerto dedicata a Wish You Were Here, Waters racconta la sua storia nei Pink Floyd, dalla fine degli anni ’60 all’inizio degli ’80, e soprattutto della sua amicizia con l’altro fondatore del gruppo, Syd Barrett, il “diamante pazzo”, una delle tante menti geniali andate in frantumi cercando nelle alterazioni delle droghe un’alternativa a questo mondo. Il commento è diretto e penetrante:

Quando perdi una persona a cui vuoi bene,

ti serve per ricordarti

che questa non è un’esercitazione.

Ed è così facile perdersi.

Non è vero?

Un monito valido anche oggi che il sistema ci spinge sempre di più verso finte trasgressioni (ormai del tutto sdoganate) da un lato e poi dall’altro verso riflussi di depressione e nichilismo che rischiano di risucchiarci come buchi neri. È così facile perdersi.

La carica di energia torna con la parte dello spettacolo dedicata ad Animals, il concept album del 1977 ispirato al “La fattoria degli animali” di George Orwell, una visione distopica della società umana attraverso la metafora degli animali: durante “Sheeps” una pecora gonfiabile, simbolo del conformismo, vola sul pubblico. Ma sullo schermo, poco dopo, il gregge impara le arti marziali e comincia a combattere. Ancora una volta, scritte a caratteri cubitali: RESIST CAPITALISM.

E a proposito di resistenza e opposizione, sullo schermo viene proiettato il più famoso dei filmati diffusi da WikiLeaks, “collateral murder”, in cui si vede l’uccisione di civili da parte dell’esercito statunitense durante la guerra in Iraq, nel 2007. La proiezione si chiude con lo slogan: FREE JULIAN ASSANGE. LOCK UP THE KILLERS. Ovvero: liberate Julian Assange, rinchiudete gli assassini.

La carica rock della musica e dei testi si fonde alle immagini proiettate in un unico messaggio di denuncia e di resistenza: contro l’imperialismo, il consumismo, il razzismo, la distruzione delle culture e la dittatura dei miliardari (quelli che hanno aumentato i loro profitti del 27% durante la pandemia, come ricorda un titolo di giornale sullo schermo). Siamo arrivati a Money, il celebre brano di Dark Side of the Moon.

In chiusura, Waters lancia un appello sulla guerra in corso, che sta portando a un massacro di civili per colpa di leader politici che non si parlano e che non vogliono alcuna pace. Riceve moltissimi applausi. Prima dell’ultimo brano ricorda lo spettro della bomba atomica: diciamo a gran voce che nessuno di noi vuole questo. Non vogliamo farci distruggere. Poi saluta il suo pubblico in un clima di festa e di commozione.

A fine spettacolo, ancora eccitato, resto un po’ solo in mezzo alla folla che defluisce dall’arena, e pensando mi chiedo: ma com’è possibile che ci sia tutta questa violenza così assurda nel mondo? Che cosa ci spinge, caro Roger, a creare muri, a odiarci a vicenda, a ucciderci, ma anche a credere alla propaganda, a non reagire al male, a restare passivi e addormentati mentre subiamo, oppure a organizzarci in piccole oligarchie che devastano la terra e schiacciano l’umanità? Com’è possibile che questa violenza, che tu giustamente denunci senza mezzi termini, sia così forte nel mondo, nonostante sia così assurda?

Poi mi sono venute in mente le parole di Etty Hillesum e del suo Diario, che sto leggendo in questi giorni:

Jan chiedeva con amarezza: cosa spinge l’uomo a distruggere gli altri? E io: gli uomini, dici – ma ricordati che sei uomo anche tu… Il marciume che c’è negli altri c’è anche in noi e non vedo nessun’altra soluzione, veramente non ne vedo nessun’altra, che quella di raccoglierci in noi stessi e strappar via il marciume. Non credo più che si possa migliorare qualcosa nel mondo esterno senza prima aver fatto la nostra parte dentro di noi.

Denunciamo la violenza degli uomini senza mezzi termini, perciò, ma ricordiamoci che siamo uomini anche noi, e che il principio del male è in ciascuno di noi. E facciamo la nostra parte. Solo così potremo portare un cambiamento reale e inarrestabile nel mondo.


Per la cronaca, la data del 21 Aprile era prevista a Cracovia, in Polonia, che è stata però cancellata per via delle posizioni politiche di Roger Waters, profondamente sgradite al governo guerrafondaio di Varsavia, così è stata aggiunta questa data a Bologna.

Roger Waters: “Sapevo di potere contare su Bologna, a volte altrove quando dico queste cose mi fischiano e mi dicono di pensare a cantare“.


Shine On!

RECENSIONI: PINK FLOYD – ANIMALS “2018 REMIX”

Quando si vanno a toccare gli album storici di una band, rimasterizzandoli o addirittura remissandoli, è sempre un terreno minato. Ci sono album perfetti così come sono, altri meno, quindi a volte queste operazioni sono ben accette, altre volte no. In questo caso siamo davanti ad un completo remix di uno degli album più amati dai fan dei Pink Floyd, Animals, remix pronto dal 2018 ma uscito nel 2022 per le diverse visioni di Roger Waters e David Gilmour sulla presenza o meno di note di copertina (che potete trovare in fondo all’articolo).

Come ci si può immaginare dal nuovo artwork (confrontandolo con l’originale del 1977), nel Remix 2018 non si è preso semplicemente il nastro stereo originale a 2 tracce, re-equalizzandolo, ma si è andati ad intervenire sui nastri master originali a 24 tracce su tutti i singoli strumenti ed è stato rifatto completamente il mix in Stereo e per la prima volta in Dolby Surround 5.1, operazione non semplice visto che la registrazione di Animals, fu la prima occasione per i Pink Floyd di usare i loro allora appena completati “Britannia Row Studios”, ed i nastri ad oggi sono “un disastro totale” e hanno reso complicata tutta la fase del remix. Ma in qualche modo James Guthrie (assistito da Joel Plante e Bernie Grundman) c’è riuscito.

Per quanto riguarda la registrazione originale, i Britannia Row Studios segnarono un totale spacco con le precedenti sessioni ad Abbey Road: niente più console della EMI o della Neve e niente Studer tape recorder. La band infatti decise di equipaggiare lo studio con una console custom MCI JH-400 costruita con un’equalizzazione richiesta specificatamente da Roger Waters, un registratore a 24 tracce MCI (ma anche uno a 4 e uno a 2 tracce sempre MCI), tre Revoxes (forse gli A77s), un Nakamichi cassette recorder (1000 o 700), con compressione UREI 1176, Lexicon 102 Delay digitale, Eventide H910 Harmonizers e quattro JBL 4350 speaker cabinets. La scelta della console MCI al posto di una NEVE, sembra dovuta ad una mancanza di fondi, perché al tempo avevano fatto degli investimenti sbagliati.

Per questa nuova uscita è importante riconoscere uno dei segni distintivi della qualità delle pubblicazioni d’archivio dei Pink Floyd: James Guthrie lavora in ambito analogico con una catena di segnale che comprende apparecchiature d’epoca, al fine di collocare l’opera in un ambiente il più possibile autentico per rivisitarla e riconsiderarla nel suo insieme. Lavorare direttamente con i multitraccia è un must per qualsiasi remix, ma soprattutto per l’esperienza Surround. Si tratta di una scelta laboriosa che richiede molto tempo sia nella pre-produzione che nel missaggio stesso, ma avendo sperimentato il risultato finale come nelle precedenti uscite in alta risoluzione (The Dark Side of the Moon, Wish You Were Here e Amused To Death) il risultato è del tutto giustificato e come sempre uno sforzo squisitamente artigianale realizzato con l’assoluta cura e il rispetto che questa musica merita.


La novità più interessante è ovviamente il nuovo Mix 5.1, quindi inseriamo il Blu-ray Audio, traccia dts-Hd MA, 24-bit / 96 kHz non compresso e.. Play.

Finalmente mentre il Blu-ray è in ascolto, c’è almeno una immagine di sfondo..

Sia nel mix stereo che in quello 5.1, entrambe le parti di “Pigs On The Wing” sono mixate in 2 canali, per fornire un ambiente intimo alla meditazione di Roger sull’importanza delle relazioni interpersonali, sapendo che ci saranno dolore e ingiustizia, ma che la connessione emotiva fornisce una tregua dal trauma che un mondo incurante cerca di infliggere. La voce è un po’ più asciutta ma si sente che è stata “ripulita”, soprattutto in cuffia. Curioso notare che nella parte 2, la chitarra ha un missaggio diverso, con spostamenti da sinistra a destra, al contrario della parte 1 che rimane sempre su entrambi i canali. Sembra che Roger Waters sia di fronte a noi. Questo è un momento di apparente calma che si conclude dolcemente e che sfuma senza soluzione di continuità in “Dogs”.

Nel mix 5.1 (abituati alla classica versione Stereo) è come se il sipario si aprisse su uno schermo IMAX, Dogs è una delle canzoni più amate dai fan dei Pink Floyd, e finalmente riusciamo ad apprezzare veramente la batteria, oltre a quello che è stato riconosciuto come uno degli assolo più ispirati di David Gilmour, e il remix sembra enfatizzare maggiormente il dialogo tra chitarra e tastiere, che si spostano tra i canali retro da sinistra a destra e viceversa. I Delay della voce di David iniziano frontalmente e sfumano sul retro, il mix 5.1 si sente, eccome. Nel lungo assolo dopo la prima strofa cantata si sentono parti di tastiera che non ricordavo, almeno non così limpide. L’ultimo assolo di David dopo la parte cantata di Roger è da mandare nell’olimpo. Questo è un capolavoro sia nelle musiche che nei testi. “Who was dragged down by the stone“, i Floyd ci hanno trascinato nella loro grandezza.

Pigs (Three Different Ones) è un “calcio nel di dietro”, difficile trovare le parole, tutto quello presente nel mix è portato all’ennesima potenza, la batteria di Nick splende come mai abbiamo sentito prima, l’intermezzo strumentale è pura goduria, sembra di ascoltare le recenti versioni di Roger Waters durante i concerti dell’Us+Them tour da quanto è registrata bene. L’intermezzo strumentale con il talk-box di Gilmour e il groove della band è spaziale. Il finale è da brividi, il dialogo tra chitarra e basso non ricordavo fosse così intenso, vorresti non finisse mai. Una ulteriore conferma che sono stati la miglior band del mondo, dai, per davvero, sarò di parte ma…

Sheep è la traccia che più si presta al mix in 5.1 ed è un vero godimento. Anche qui il lavoro fatto è sbalorditivo. Suoni che prima rimanevo “dietro”, ora sono ben udibili e danno tutto un altro “tiro” a questo capolavoro. Le tastiere di Rick hanno tutto un altro effetto e sono tutte intorno a noi.

La dissolvenza ci riporta alla normalità e sfuma nel sentimento conclusivo di Roger con Pigs On The Wing pt. 2, che offre speranza a chiunque ne abbia bisogno.


Conclusioni

La versione originale, uscita a Gennaio 77, è sempre stata pervasa da un suono “cupo”, ed i fan lo hanno amato anche per quello, non solo per la musica contenuta all’interno. Ma c’è da dire una cosa, se i Floyd avessero registrato questo album ad esempio ad Abbey Road, il risultato sarebbe stato più vicino a questo nuovo mix che alla versione registrata ai Britannia Road.. Personalmente amo Animals al pari di tutti gli altri capolavori dei Pink Floyd, e lo dico con convinzione: da ora in avanti se dovrò scegliere quale versione ascoltare, non ci sono dubbi. Il remix 2018 avrà tolto un minimo di cupe sonorità, ma ha portato alla luce una potenza, un sfrontatezza e una ignoranza che si sposano alla perfezione con i testi e la musica in esso contenuto.

Nel Blu-ray Audio è comunque presente il Mix Stereo Originale nella risoluzione dts-Hd MA 24-bit/192 kHz non compresso, realizzato nel 1977 da Brian Humphries.

Piccola curiosità all’interno del libretto: a differenza delle precedenti versioni, cambiano leggermente i crediti degli strumenti: per Roger Waters e Nick Mason rimangono uguali, rispettivamente basso, voci e batteria. Mentre Richard Wright viene accreditato oltre che per tastiere, anche per le voci (!), David Gilmour invece, oltre che per le chitarre e voce, viene accreditato anche per il basso e le tastiere (!).

Shine on!

(altro…)

RECENSIONI: “NICK MASON’S SAUCERFUL OF SECRETS – LIVE AT THE ROUNDHOUSE”

Live At The Roundhouse di Nick Mason e I suoi Saucerful Of Secrets è finalmente disponibile, sia in versione Cd, cd+Dvd e Vinile che in Blu Ray. Diamo uno sguardo a lavoro di Nick Mason nelle registrazioni che la band ha tenuto in due date completamente sold out nella leggendaria location londinese nel mese di maggio 2019.

Nick Mason ha messo insieme un gruppo legato al mondo dei Floyd: il bassista Guy Pratt (già al lavoro in passato coi Pink Floyd), il tastierista Dom Beken che aveva avuto modo di collaborare con il tastierista della band inglese Rick Wright, il chitarrista Lee Harris il cui padre fu direttore della fotografia nel video “High Hopes” e la scelta inusuale ed inaspettata (risultatasi però perfetta ) di Gary Kemp degli Spandau Ballet.

I Saucerful Of Secrets si sono formati per proporre dal vivo alcuni dei primi brani dei Pink Floyd – ovvero le canzoni degli album che hanno preceduto “Dark Side Of The Moon” – che non stati suonati live per decenni. Ed oltretutto, questa rappresenta anche la prima volta che Nick ritorna sul palco dopo il Live 8 del 2005. Iniziò tutto con le parole di Nick: “…perché non troviamo una sala prove e suoniamo alcune cose e vediamo come ci troviamo?
Qualche mese dopo, domenica 20 maggio 2018, i Saucerful Of Secrets di Nick Mason riportano il batterista dei Pink Floyd nei club per la prima volta dal 1967: esordio a Dingwalls – Camden, Londra. La performance viene accolta con un’enorme successo su tutta la linea. Tre sere alla Half Moon di Putney fanno poi seguito quella stessa settimana alla prima esibizione, e da lì l’annuncio del tour teatrale che avrebbe attraversato il Regno Unito, il Nord America e l’Europa da settembre: date immediatamente sold-out! Alcuni spettacoli extra nel Regno Unito furono annunciati ad aprile e maggio, tra cui due serate al The Roundhouse – il luogo in cui i Pink Floyd avevano suonato per la prima volta il 15 ottobre 1966 esibendosi per la festa di lancio del Times International.

Nick Mason’s Saucerful Of Secrets – Live At The Roundhouse” testimonia così l’entusiasmo che non è mai diminuito sin dal primo spettacolo a Dingwalls. Registrato quasi un anno dopo da quella prima volta, l’album permette di ascoltare l’esibizione di una band che suona con gioia e passione, con potenza e trasporto. Dai primi passi della garage-band di Arnold Layne e Vegetable Man al viaggio psichedelico di Interstellar Overdrive, allo spazio diluito dei Floyd di Atom Heart Mother e Green Is the Colour, i Saucerful of Secrets di Nick Mason sono un gruppo completamente immerso nella musica ed elettrizzato dalla voglia di far rivivere quei brani che raramente erano stati proposti negli spettacoli dal vivo degli amatissimi Pink Floyd.

Per la versione video del live, la Procam Projects ha preparato, consegnato e attrezzato 13 fotocamere Sony F55 con registratori Sony AXS R7 4K per registrare Raw (senza compressione) nella fotocamera. Queste erano accompagnate da 3 telecamere ARRI Alexa Mini e una telecamera via cavo per ottenere ampi scatti sopra la folla.

Ma ora veniamo al disco:

Si comincia con Interstellar Overdrive, un brano davvero “carico” che – non so di chi sia stata l’idea – è stato farcito nella sua parte strumentale di rimandi a “the Embryo” e “the Narrow Way pt. 2”, una cosa spettacolare, una delle più belle versioni che siano mai state registrate. Si prosegue con “Astronomy Dominè“, anch’essa superbamente eseguita, non si sente la mancanza dei componenti originali. Poi è la volta di “Lucifer Sam“, qui la band prende coraggio e inizia a darci dentro, il brano inciso da Syd Barrett viene reso in un mood molto Rock n’ Roll, seguito da “Fearless” dall’album Meddle, ci sono anche i cori di “you’ll never walk alone“, questa versione è molto fedele all’originale, la voce di David Gilmour ovviamente è atra cosa ma è un’ottima performance. Da qui in avanti Nick Mason inizia a divertirsi davvero: il doppio “Obscured By Clouds / When You’re In” è davvero una manna dal cielo per Nick, si sente che si diverte a suonarlo e sinceramente avrei voluto sentire questi pezzi live molte più volte, invece che trovarli solo nei bootleg del live del ’73. Questi pezzi sono molto potenti e averne una registrazione fatta così bene è uno spettacolo tutto da gustare. Poi arriva Remeber A Day, di Richard Wright: questo brano non è mai stato eseguito live dai Pink Floyd, ed è sempre stato considerato un brano minore, anche da Rick in persona, ed invece solo dopo la sua morte ci si è resi conto del potenziale, e qui infatti è davvero un bel brano. Persino David Gilmour e la sua band hanno eseguito la canzone durante lo show televisivo “Later… with Jools Holland”come tributo al Rick. Si continua con “Arnold Layne” e tutta la sua carica, in una versione fedele all’originale. Poi è il turno di una canzone inaspettata: “Vegetable Man“, scritta da Syd Barrett nel 1967 e pubblicata ufficialmente solo nel 2016 nel box “Early Years”. Segue un grandioso medely di “If” di Roger Waters, un dolcissimo brano con uno dei testi più belli di Roger, “Atom Heart Mother“, e una reprise di “If“. Si prosegue con la cattivissima “The Nile Song” eseguita magistralmente, avrei solo forse usato una distorsione più potente nell’assolo. Ora è il turno della balla “Green Is The Colour“, la voce cristallina di David è ineguagliabile ovviamente, ma tutto il resto è davvero degno dei Floyd, con tutti i rumori in sottofondo, poi “Let The Be More Light“, anche qui suoni psichedelici e un gran assolo di Guy Pratt e “Childhood’s End“, uno dei miei brani preferiti, una rilettura davvero fatta bene, il groove è quello giusto, resta il rammarico per non avere una controparte live audio ufficiale dei Pink Floyd.. La canzone successiva è piena psichedelica con “Set The Controls For The Heart Of The Sun“, i suoni arrivano da tutte la parti, 12 minuti di viaggio che sono interrotti bruscamente da “See Emily Play“, bellissima versione, con un finale diverso da tutte le altre versioni ascoltate. Poi c’è “Bike“, una divertentissima canzoncina di Syd Barrett che contieneva un messaggio che non è passato inosservato (Conosco una stanza di brani musicaliQualcuno giusto, qualcuno sottileLa maggior parte non funzionaandiamo nell’altra stanza e facciamoli funzionare). Ora parte “One Of these Days“, spettacolare come sempre, con un Nick in fortissima. Infine le ultime due canzoni: “A Saucerul of Secets“: avere le palle di proporre un brano del genere live, nel 2020, non è da tutti. Nick ci è riuscito alla grande, soprattutto nella seconda parte, con la “genialata” di far eseguire, dopo i vocalizzi, un assolo a Gary Kamp e “Point Me At The Sky“: un brano del 1968 uscito come singolo, davvero spettacolare sentirlo dal vivo!

Insomma, i fan dei primi Pink Floyd hanno di che sguazzare qua dentro, personalmente pensavo che un solo batterista non potesse dare ad una band l’impronta sonora che avrebbe potuto dare un cantate o un chitarrista, ed invece dopo aver ascoltato per bene questo disco mi sono dovuto ricredere. Nick Mason ha messo insieme una super band che suona alla grande, potente, precisa, innovativa e che soprattutto si diverte a suonare. Incredibile.

Su YouTube è già disponibile ufficialmente tutto l’audio e molte tracce dalla versione video. Non fatevi scappare l’occasione di darci un’ascolto, se non lo avete già comprato!

Shine On!

RECENSIONI: PINK FLOYD “THE LATER YEARS 1987-2019”

A 3 anni di distanza dal mega cofanetto “The Early Years 1965-1972” arriva il secondo “box delle meraviglie” dei Pink Floyd: “The Later Years 1987-2019“. Qui approfondiamo nel dettaglio tutto il contenuto.

Definirlo cofanetto è riduttivo, questo box è proprio un monolite dalle generose dimensioni (34x34x8,5 cm.) e averlo tra le mani si resta per un attimo intimoriti, davanti a tanta bellezza, tra cui includo la copertina che personalmente ho apprezzato moltissimo. Per ascoltare e vedere tutto il contenuto ci vorrà tempo, ma intanto ci possiamo fare un’idea di tutto quello che include:

Partiamo dal nuovo Mix per “A Momentary Lapse Of Reason” disponibile sia in Cd che in Bluray. L’album, oltre ad esser stato mixato per la prima volta in Dolby Surround 5.1, vede la rivisitazione di molte partiture di batteria da parte di Nick Mason e nuove parti di tastiera di Richard Wright prese dai tour live e da alcune tracce in studio rimaste fino ad ora inedite, oltre la produzione aggiuntiva di David Gilmour e Andy Jackson, ma a mio parere David ha anche risuonato qualche parte di basso. L’album nella sua nuova veste si fa ascoltare piacevolmente (non è stato stravolto..) e se le canzoni “Round And Around” e “A New Machine pt.1&2” risultano molto simili al mix originale, con solo qualche differenza di delay nella voce, per il resto dei brani il mix è evidentemente diverso: si notano sin da subito i rullanti di Mason, diversi dal mix originale e soprattutto è stato messo in risalto in modo sconvolgente l’hammond e le tastiere di Wright, oltre alla chitarra di David che in alcuni casi è “diversa” all’interno del mix, e la voce, che come in “On The Turning Away” è una take alternativa, credo presa da un live. Ragazzi ascoltare il nuovo mix in Dolby Surround 5.1 ad un volume adeguato, o in cuffia, farà cambiare opinione a molti, se qualcuno pensa -giustamente- che un’opera deve essere lasciata così come è stata concepita, forse si ricrederà. Certo che se ad esempio un lavoro del genere venisse fatto per qualsiasi altro album, sarebbe una follia, ma a mio parere questo è l’unico che avrebbe avuto bisogno di qualche “aggiustatina”, e lo hanno fatto, alla grande! Poi in ogni caso la versione del 1987 non è fuori commercio, anzi, quindi chi ritiene che la versione originale sia migliore, è liberissimo di ascoltare quella! L’album è disponibile gratuitamente su YouTube, quindi potete farvi un’idea cliccando qui!

In Cd è presente Delicate Sound Of Thunder versione 2019, quindi anch’esso ampiamente rimaneggiato: infatti ora tutte le sette canzoni scartate dalla pubblicazione nel 1988 ora trovano spazio: nel primo cd sono state aggiunte A New Machine Part 1, Terminal Frost e A New Machine Part 2, nel secondo cd le aggiunte sono On The Run, The Great Gig In The Sky, Welcome To The Machine e One Slip. Diverse anche le durate dei brani come Sorrow che ora dura circa un minuto in più, mentre per Money c’è stato un taglio di circa due minuti nella parte “reggae” nel mezzo della canzone. E al contrario della versione in Cd ed Lp “Highlights”, qui Comfortably Numb è in versione integrale senza tagli sull’assolo. Potete ascoltare la prima parte qui e la seconda qui. In Cd è disponibile anche il live di Knebworth 1990.

Presenti anche alcune b-side dal vivo già pubblicate in passato: One Of These Days (Hanover 1994), Astronomy Domine (Miami 1994), The Dogs Of War (Atlanta 1987) e On The Turning Away (Atlanta 1987).

Queste invece le tracce audio inedite in Cd & Bluray in 5.1: queste tracce sono state registrate nelle session di The Division Bell, quindi databili al 1993 e non al ’94 come riportato su booklet.

Blues 1“: brano strumentale di matrice blues, molto ritmato, fantastico! Sembra la colonna sonora de La Carrera Panamericana! Poco dopo la metà Gilmour parte con l’assolo.. Il riff somiglia a qualche vecchio brano degli Aerosmith!

Slippery Guitar” è un lungo brano strumentale in cui si notano tutti i passaggi tipicamente “floydiani”, sembra una versione parallela di Us & Them, con l’aggiunta di un testo avrebbe potuto essere davvero un gran pezzo.

Rick’s Theme“: brano strumentale molto breve in cui Rick cerca di portare la band in nuovi mondi, tutti gli vanno dietro ed è una piccola gemma. Questo brano compare brevemente nei contenuti speciali video del cofanetto di The Endless River, davvero un brano evocativo e commovente. Peccato duri così poco..

David’s Blues” è un brano strumentale in cui David si cimenta in uno dei suoi stili preferiti, il blues appunto, tutti i grandi chitarristi vengono dal li e David non fa eccezione, qui si diverte parecchio e sembra addirittura che alla canzone avesse potuto aggiungere un testo, dai vocalizzi che fa.

Marooned Jam” non è una versione alternativa ma una prova: è parte di una sezione più lunga in cui improvvisavano sulla base, infatti il brano inizia già “sfumato” e hanno preso la sezione migliore. Non aggiunge niente alla versione del disco ma è molto piacevole.

Nervana” la avevamo già ascoltata nei contenuti speciali di The Endless River”, un chiaro “roboante” tributo ai Nirvana in una versione leggermente più “grezza”. A me sembrava perfetta da eseguire live, mi immagino Guy Pratt che si sarebbe divertito un mondo, peccato non la abbiano sviluppata!

High Hopes” (Early Version) è stata la prima canzone audio pubblicata online ed ha riscosso molto successo, complice tra l’altro una traccia vocale diversa e l’assolo fatto con la “red strat” invece che con la Lap Steel.

Tutte le tracce live e inedite sono anch’esse disponibili gratuitamente on line cliccando qui.

E’ presente anche il mix 5.1 del 2014 di The Division Bell uscito per l’edizione del 20° anniversario.


Delicate Sound Of Thunder Film – Restored & Re-mixed

Tempo fa abbiamo ritrovato 310 bobine a 35mm delle riprese che diventarono la vhs e il laser disc ufficiali di Delicate Sound of Thunder. Erano tutte fuori sincrono, non erano state fatte alla stessa velocità. Così abbiamo digitalizzato tutto e abbiamo avviato un processo lungo ben 14 mesi di editing del film.Abbiamo letteralmente ricostruito tutto il video del concerto da capo, rifacendo il montaggio dai master originali. Quello che vedrete sarà dunque qualcosa di completamente nuovo. Abbiamo finalmente reso giustizia alla testimonianza di quel tour, ripulendolo completamente dalla regia e dagli effetti tipici di quei periodi di fine anni ’80”. Questo è quello che ha detto Aubrey Powell, e a vedere il film non c’è da dargli torto. E’ una cosa completamente diversa dalla vhs, ora è davvero un live dei Pink Floyd e non una specie di “video clip anni 80”. Personalmente questa versione la preferisco di gran lunga a quella precedente. Il video sembra girato ai giorni nostri, ma con un master video restaurato a 4k con punte di 6k non potrebbe essere altrimenti, e poi oltre ai brani già pubblicati ne sono stati aggiunti anche altri: Bonus Live Tracks: Yet Another Movie, Round And Around, A New Machine Part 1 & 2 e Terminal Frost. Per la parte sonora, un Dts Master audio 5.1 strepitoso, fa ventre giù i muri di casa! Unica pecca l’assenza di “Welcome to the Machine”, che in quel tour era eseguita alla grande.


Pulse Film 2019 Restored & Re-Edited

Il film di Pulse è stato per la prima volta pubblicato su blu-ray, cosa abbastanza paradossale visto la spettacolarità di questo tour, ma il passaggio all’alta definizione per questo live è stato abbastanza doloroso, a partire dalle telecamere usate per registrarlo al formato video originale in 4:3, che infatti è stato mantenuto. Lo spettacolo infatti, è stato registrato originalmente come un concerto per le Tv, quindi le telecamere usate all’epoca, oltre al formato 4:3 non erano certo a livello delle pellicole cinematografiche, come ad esempio quelle usate per “Delicate Sound of Thunder”. Ad ogni modo l’audio è stato aggiornato alla codifica Dts Master Audio 5.1, senza miglioramenti degni di nota dal Dvd, mentre la parte video è stata di nuovo restaurata e rieditata, ora l’immagine è più nitida e fluida, non un upgrade da far gridare al miracolo ma la differenza con il vecchio Dvd c’è e si nota parecchio sopratutto con grandi schermi, anche se nelle sezioni molto “scure” il nero è parecchio sgranato. Per questa edizione nessuna aggiunta, tracklist e durata dei brani identica al Dvd, quindi i tagli ad esempio su Sorrow e Comfortably Numb sono rimasti, ma la differenza sostanziale è nelle molte inquadrature alternative, quindi diverse rispetto alla versione precedente, il tutto (come per Delicate Sound of Thunder) è più incentrato su David, Rick e Nick. Peccato non sia stato reinserito anche il mini documentario presente su Dvd “Say Goodbye to Life As We Know It”.


Venice Concert 1989

Il concerto storico di Venezia, nonostante tutto il “rumore” che ha fatto non è mai uscito ufficialmente ma circolato sotto forma di bootleg da sempre. Questo filmato non è stato ricostruito dalle bobine originali come per Delicate Sound of Thunder, ma è stato fatto un lavoro minuzioso di editing sul video già esistente, senza tagli di errori o ritocchi. Nonostante questo la qualità video non si discosta troppo da una buona versione bootleg, ma ora il tutto è molto più “fluido” e i colori più “intensi”. Per la parte audio è stato fatto lo stesso lavoro di remix e ripulitura però niente Dolby Surround ma uno Stereo Pcm 48/24.


Knebworth Concert 1990

L’annuncio del cofanetto è stato accompagnato dal video di Wish You Were Here proprio a knebworth e anche qui il restauro è totale. La parte audio è provvista addirittura della codifica Dts Master audio in 5.1, e si sente da paura! La parte video è stata anch’essa restaurata a dovere, già la qualità era molto buona e ora anche senza la pellicola originale, i tecnici hanno fatto un ottimo lavoro. Il formato è rimasto l’originale in 4:3 e la performance (integrale, con un solo piccolo taglio sull’assolo su Comfortably Numb) si differenzia dalle altre perché al set presero parte due ospiti d’eccezione: la celebre sassofonista olandese Candy Dulfer, che diede il suo contributo nelle esecuzioni di Shine on You Crazy Diamond e Money, mentre la vocalist Clare Torry fu protagonista in The Great Gig in the Sky, della quale era stata l’interprete nella versione originale in studio.


I Video Musicali sono stati anch’essi sottoposti a un restauro integrale e non hanno niente a che vedere con le immagini che ci ricordiamo, alcuni sembrano stati girati ieri: Learning To Fly, Marooned, Take It Back, High Hopes, Louder Than Words e una “versione alternativa” di Learning To Fly con immagini diverse. I video si possono vedere gratuitamente du YouTube a questo link. Sono stati interamente restaurati anche i Concert Screen Films del 1987 e 1994, alcuni già pubblicati nel dvd di Pulse ma qui hanno una subito una “ricostruzione” totale. Formato video 4:3.


Tour Rehearsal 1994:

Video fino ad ora inediti dalle prove del tour di The Division Bell: A Great Day for Freedom, perfetta, in due versioni, finita la prima David chiede se possono riprovarla ancora una volta.. e una bellissima versione di Lost for Word. Dalle prove si riescono a vedere anche i rarissimi filmati proiettati durante queste canzoni. I Floyd sono all’apice, gli viene tutto naturale, peccato ci siano solo 3 brani dalle prove..


Wish You Were Here with Billy Corgan

Video filmato per l’ingresso dei Pink Floyd nella Rock & Roll Hall Of Fame già presente nel Dvd di Pulse. Billy Corgan degli Smashing Pumpkins prima introduce con un discorso i Pink Floyd, poi suona con loro Wish You Were Here.


Arnold Layne (Live at Syd Barrett Tribute 2007)

Uno dei video più importanti del box: praticamente l’ultima performance live a nome Pink Floyd: molti pensano che con il Live8 la storia live dei Pink Floyd si era conclusa, in realtà per quella con Roger Waters è così. Ma ci sono state altre due apparizioni di David, Nick e Rick sullo stesso palco: una è stata il 31 Maggio 2006 alla Royal Albert Hall per il tour solista di David Gilmour, che insieme a Nick e Rick suonarono Wish You Were Here e Comfortably Numb, l’altra è appunto questa esibizione al Barbican di Londra dove in onore di Syd Barrett suonarono Arnold Layne insieme ad Andy Bell (ex membro degli Oasis) e Jon Carin. Oltre al piacere di vedere finalmente questo live, è una testimonianza storica non indifferente. E che bello vederli suonare di nuovo tutti e tre insieme, si cercano con gli sguardi e ridono, e negli ultimi secondi del video c’è tutto il legame che legava Rick e David, appena finito, una pacca sulla spalla, mentre Nick era già andato via..

Andy Jackson ha detto: “La scelta di includere la versione inedita live di Arnold Layne, registrata al Barbican di Londra il 10 maggio 2007 è stata praticamente ovvia. Fu l’ultima volta che i Pink Floyd hanno suonato insieme come gruppo a tre. È una chiosa perfetta, essendo quello il primo singolo dei Floyd; l’inizio e la fine contenuti in una sola canzone. Dunque, ha un significato romantico.

Oltre al video dell’esibizione è presente anche un video di circa 4 minuti delle Rehearsal girato nei camerini prima del concerto: bellissimo vedere David che canta senza microfono con la chitarra collegata ad un piccolissimo amplificazione e Nick che tiene il tempo con le bacchette prima sul divano e poi su una poltrona: ai grandi, a quelli che con uno sguardo si capiscono al volo, non serve altro.


A Momentary Lapse of Reason cover shoot

Video della preparazione per lo shooting sulla spiaggia della copertina di A Momentary Lapse of reason, presente tra i contenuti bonus anche una piccola intervista a David Gilmour e Storm Thorgerson.


The Division Bell heads album cover photography

Immagini fotografiche dal set per la copertina di The Division Bell, dalle prime bozze disegnate alla realizzazione della copertina finale.


Pulse TV ad 1995

Pubblicità per il doppio Cd e Vinile, anch’esso già pubblicato nel Dvd di Pulse.


The Division Bell Airships 1994

Video dei preparativi dell’immenso “Zeppelin” per pubblicizzare la tournèe in Nord America del 1994.


Behind The Scenes – The Division Bell Tour

Interviste con i tecnici del Division Bell Tour del 1994 Marc Brickman e Mark Fisher.


The Endless River – Launch Event 2014

Bellissime immagini del lancio di The Endless River in un evento privato alla Porchester Hall a West London, che dire, avrei voluto essere invitato!


The Endless River – Film

Film commissionato ad Ian Emes qualche anno fa rimasto fino ad ora inedito, si compone sia da parti “filmate” che da parti con immagini astratte, natura e spazio, che si incastrano alla perfezione con la musica. Personalmente mi capita spesso di ascoltarlo e se devo mettere questo disco invece che fare “play” sul bluray del 2014 con alla tv lo sfondo nero e la scritta del pezzo riprodotto, questo filmato è molto più interessante ed evocativo. Da vedere. Naturalmente non aggiunge niente al disco, a chi non è piaciuto alla sua uscita, non cambierà idea, ma fa ancora una volta capire quanto la musica dei Pink Floyd si adatti alle immagini.


The Endless River EPK 2014

E’ l’epk di circa 10 minuti uscito su YouTube nel 2014 ad accompagnare The Endless River che non era stato inserito nel cofanetto originale. Registrato a bordo dell’Astoria con David Gilmour e Nick Mason che parlano del progetto.


All’interno del box troviamo anche 2 vinili in 7″ con all’interno Arnold Layne dal Syd Barrett Tribute del 2007 e Lost For Words dalle prove alla Earl’s Court nel tour di Pulse. Entrambi i vinili hanno una speciale immagine stampata nel lato B.

Completa l’opera un libro di 60 pagine con moltissime foto inedite, repliche dei tour program e molte altre memorabilia.


Si può essere obiettivamente scettici nell’acquistare questo cofanetto, inutile dire che per i non appassionati del periodo storico in questione, visto il prezzo molto alto, è lecito lasciarlo sugli scaffali, ma per i collezionisti, gli amanti delle canzoni uscite in quel periodo e tutti quelli che hanno scoperto i Pink Floyd grazie a questi album e relativi tour, qui dentro troveranno pane per i loro denti, e sarà un ritorno al passato con la mente! Purtroppo ci sono molte cose lasciate fuori (ne abbiamo parlato in questo articolo) e di inediti in sé ce ne sono pochini rispetto a quanto esiste davvero, ma come box set è davvero spettacolare, sono sicuro che chi ha avuto l’occasione di averlo tra le mani, si sarà sentito molto fortunato.. anche se viste le dimensioni sarà faticoso trovagli uno spazio! Per ora non è previsto che il box venga fatto uscire in pezzi “separati”, quindi il materiale all’interno del cofanetto resta esclusivo, a parte naturalmente il materiale pubblicato ufficialmente tramite YouTube. Naturalmente se avremo news in merito lo saprete immediatamente! Non è esclusa nemmeno una uscita cinematografica in Italia di Delicate Sound Of Thunder.. Infine vorrei fare un appunto sulle musiche dei menu dei Blu-ray: ci si farebbe tranquillamente un disco “ambient” capolavoro!

Ora, dopo l’uscita di queste due raccolte di materiale inedito sui primi anni dei Pink Floyd e gli ultimi “ruggiti” dopo l’abbandono di Waters, è legittimo aspettarsi un altro cofanetto: non sappiamo se la casa discografica ritenga opportuno considerare le edizioni “Immersion” come parte di questo progetto, ma la “Pink Floyd Records” è stata creata dopo l’uscita di questi box su “The Dark Side of the Moon”, “Wish You Were Here” e The Wall”. Di materiale ce ne sarebbe molto altro e sinceramente tutti i fan dei Pink Floyd si aspettano che fra qualche anno Roger Waters, David Gilmour e Nick Mason mettano da parte i dissapori personali e regalino ai fan quel cofanetto che personalmente chiamerei.. “Pink Floyd: The Golden Years“.

Shine On!

PINK FLOYD “THE LATER YEARS 1987 – 2019 HIGHLIGHTS”

Per chi non si può permettere il costoso cofanetto integrale “The Later Years 1987-2019” in uscita il 13 Dicembre, la Pink Floyd Records ha fatto uscire una edizione “Highlights” in Cd e Doppio Lp di 12 tracce.

A proposito della copertina Aubrey Powell ha recentemente dichiarato: “Quando nel 1975 valutavamo varie idee per la cover di Wish You Were Here, mi ritrovai in Islanda per fare delle fotografie e mi venne l’idea di due uomini che osservano una mappa. La fotografai in bianco e nero, e aveva davvero una grande atmosfera. Non l’ha mai vista nessuno, perché l’idea dei due uomini che si stringono la mano, con uno dei due che va a fuoco, era così forte che la mia foto venne subito messa da parte. Circa 18 mesi fa pensai: “Mi piaceva quell’immagine, ma non l’ho mai usata” Ed era incredibile, pensai. Classico stile Hipgnosis. E così adesso è sulla front cover dell’album con gli highlights di Later Years. Riassume tutto: due uomini che osservano una mappa e si chiedono come proseguire. È esattamente ciò che accadde a Nick e David dopo la separazione da Roger”.

Il disco comprende Shine On You Crazy Diamond (Pts. 1-5), Comfortably Numb e Wish You Were Here dal vivo prese da “Live at Knebworth 1990”, invece Us And Them, Learning To Fly e Run Like Hell sono tratte dal live “Delicate Sound Of Thunder”. Per One Slip, Sorrow e On the Turning Away le tracce sono quelle della nuova versione 2019. Presente anche “Lost For Words” dalle prove del tour di “A momentary Lapse Of Reason”. Di Inedito c’è la bellissima “High Hopes – Early Version” disponibile su YouTube da tempo e la versione “demo” di Marooned.

Questa la tracklist:

1. Shine On You Crazy Diamond (Pts. 1-5) [Live at Knebworth 1990] [2019 Mix]
2. Marooned Jam (1994 Recording)
3. One Slip (2019 Remix)
4. Lost For Words (Tour Rehearsal 1994)
5. Us And Them (Live, Delicate Sound Of Thunder) [2019 Remix]
6. Comfortably Numb (Live at Knebworth 1990) [2019 Mix]
7. Sorrow (2019 Remix)
8. Learning To Fly (Live, Delicate Sound Of Thunder) [2019 Remix]
9. High Hopes (Early Version) [1994 Recording]
10. On The Turning Away (2019 Remix)
11. Wish You Were Here (Live at Knebworth 1990) [2019 Mix]

12. Run Like Hell (Live, Delicate Sound Of Thunder) [2019 Remix]


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Potete ascoltare integralmente il disco su YouTube:


E’ chiaro che il Cd ed il doppio Lp sono una sezione molto limitata del contenuto del box, che si compone prevalentemente da materiale video:

Shine On!

RECENSIONI: DAVID GILMOUR: LIVE AT POMPEII – COFANETTO BLU-RAY & LP

L’attesa per questo filmato è stata lunga, chi non ha potuto assistere al concerto ha dovuto aspettare più di un anno per mettere le mani sul filmato e godere delle performance che David Gilmour ha fatto nell’anfiteatro di Pompei..

Il box 2 Cd +  Blu-ray si presenta bellissimo, nello stile del cofanetto di “Rattle That Lock”:

Il concerto parte subito, non c’è infatti il mini documentario con cui il filmato era partito nella versione cinematografica: 5am, un’immagine da mozzare il fiato, con l’anfiteatro e il Vesuvio alle sue spalle.. si nota subito il grandissimo lavoro che è stato fatto sulla registrazione, un suono mai sentito così “vivo” e “vero”. L’esecuzione, magistrale.. anche se ho avuto la sensazione che nelle primissime note di chitarra, l’immagine e il video non siano in perfetto sincrono, ho avuto la stessa sensazione anche al cinema. Rattle That Lock era già stata pubblicata su You Tube da parecchio tempo e la ritroviamo così, con David in ottima forma e il suono della Fender Esquire.. a mio parere tra i più belli di sempre. Faces Of Stone è qualcosa che ti strappa l’anima. Difficile trattenere le lacrime durante l’assolo, sembra che David ci dica con essa tutto il dolore sopportato per la perdita di sua madre. What Do You Want From Me, pezzo da The Division Bell eseguito con grande energia anche se un po “legnoso”. Durante The Blue da On An Island David si sbizzarrisce con l’effetto Whammy, e il risultato è notevole, anche se forse è un po troppo lunga. The Great Gig In The Sky è un pezzo che i coristi hanno proposto a David e lui ha accettato, discutibile il risultato, personalmente avrei proposto altro. A Boat Lies Waiting è il pezzo più commovente del concerto, dedicato a Richard Wright con David che per un attimo sembra cercarlo nel cielo.. Wish You Were Here la conosciamo tutti e infatti il pubblico canta insieme ai musicisti, con finalmente Chester Kamen che rende giustizia alla parte ritmica di chitarra, a differenza di Phil Manzanere che ogni tanto “steccava”. Si continua con Money con un bel duetto tra i chitarristi e poi è la volta di In Any Tongue: per me il miglior brano da Rattle That Lock. Grandissimo assolo anche se mi sarei aspettato che in questi concerti David provasse a cantare anche il ritornello come sul disco originale. High Hopes è eseguita magistralmente e chiude la prima parte del concerto.

La seconda parte si apre con l’unico brano eseguito anche dai Pink Floyd nel ’71, One Of These Days, incredibili gli effetti sull’anfiteatro. Si prosegue con “Shine On“, una delle più belle versioni che ho mai ascoltato, il suono è da togliere il fiato e l’esecuzione sembra presa dal disco originale, unico difetto a mio parere l’assolo di sax di Joàe Mello che ha sicuramente fatto di meglio durante il tour. Fat Old Sun è una delle mie preferite, e qui il suono è molto ripulito a differenza dell’esecuzione dal vivo dove durante l’assolo si creava un po di confusione, qui invece è tutto a posto; Coming Back To Life anch’essa grandiosa, nel tour del 2006 durante l’assolo usava una distorsione più “spinta” mentre in questo tour ha preferito rimanere fedele al disco. On An Island non me l’aspettavo così, versione addirittura migliore del 2006, con un gran tiro, anche  Today è stata migliorata molto, infatti durante il tour le voci dei cori risualtavano troppo evidenti, qui sono state abbassate di volume e il tutto risulta più gradevole. Sorrow è senza parole, davvero una gran versione, anche se paragonata al live di P.u.l.s.e. perde un po di “confidenza” nell’assolo finale, resta il fatto del suono che David tira fuori: impossibile. Run Like Hell con l’intera banda in Rayban è il momento “disco” con un finale da mozzare il fiato con i fuochi artificiali a colorare il cielo spora l’anfiteatro, uno spettatore si porta le mani ai capelli quasi a dire: “ma che cazzo succede?”.

Il gran finale parte con Time e Breathe -reprise- dove il suono della chitarra anche questa volta è diverso rispetto alla versione del tour del 2006, più fedele alla versione originale. Comfortably Numb è l’epilogo della serata, lascio a voi i commenti…

Il Blu-Ray si chiude con il mini-documentario di 7 minuti Pompeii Then and Now, dove si parla anche con Adrian Maben e i ragazzi degli scavi.. Personalmente ho apprezzato più quello visto al cinema.

Continuo però a sperare che prima o poi questo Live At Pompeii veda l’uscita in versione Blu-ray 4K, essendo stato filmato in questo formato, solo allora potremo godere (tv e lettore permettendo..) della massima definizione in cui è stato filmato il live,

I contenuti bonus sono davvero eccezionali, si parte con alcune versioni di brani dal tour Sud Americano davvero notevoli, con una Comfortably Numb ispiratissima e con l’assolo forse addirittura più bello di quello di Pompei. Si continua con altri brani dal concerto Polacco trasmesso in diretta Tv, anche questo ripulito da “rumori” della diretta e con diverse inquadrature.

Poi è la volta dei documentari, con immagini da ogni data del tour mondiale 2015 e 2016, molte immagini e poche parole, davvero bello, consiglio a tutti la visione, e se volete un Hot Dog “David Gilmour Signature”, prendetelo con cipolle, senape e ketchup! 😉

Conclude il box il documentario fatto per la Bbc “Wider Horizons” con finalmente i sottotitoli in italiano, e questo è davvero uno sguardo più approfondito nella vita di David Gilmour dove si possono capire molte cose, della persona, più che del chitarrista.

La versione in 4 Lp è un bel box con dei colori veramente azzeccati, il suono è quello che ci si aspetta da un vinile.. Bellissimo anche il libro con le immagini giganti! Incredibilmente però non hanno inserito un codice per scaricare il contenuto in Mp3 da internet..

In conclusione, mi risulta difficile non consigliare la visione di questo concerto ad un fan dei Pink Floyd o David Gilmour, è vero che nel filmato si è dato poco spazio all’anfiteatro, e soprattutto al pubblico, a differenza dei filmati Sud Americani, ma questo film è l’espressione musicale di David Gilmour nel 2015 e 2016, un musicista con ancora tanta voglia di suonare e sperimentare suoni, che se ne frega se la sua voce non è più all’altezza di 10 anni fa, il pubblico lo vuole su quel palco, e lui, ogni tanto, ci accontenta.. con la promessa di tornare nuovamente in studio, perchè David si sa, se partirà per un nuovo tour, sarà per pubblicizzare un nuovo album!

Shine On!