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NICK MASON E I “SAUCERFUL OF SECRETS” TOUR ITALIANO 2024!

Nick Mason è inarrestabile.. Torna in Italia con i suoi Saucerful of Secrets!

Lo storico batterista dei Pink Floyd ed il supergruppo formato da Guy Pratt (bassista dei Floyd dal 1987), Gary Kemp (Spandau Ballet) e Lee Harris (Blockheads) riporteranno live il repertorio dei primi anni della carriera dei Pink Floyd.

Un ritorno agli albori della band, agli anni in cui Syd Barrett era l’autore dei testi e l’anima di quello che poi sarebbe diventato uno dei gruppi più grandi della storia della musica. Mason ha dichiarato che il gruppo non è una tribute band, bensì un mezzo per “catturare lo spirito dell’epoca” e trasmetterlo al pubblico tramite tracce estratte da dischi come The Piper At The Gates Of Dawn, A Saucerful Of Secrets ed Ummagumma

Nick Mason’s Saucerful Of Secrets Italia 2024

18 luglio | Milano | Teatro Arcimboldi
19 luglio | Vicenza | Piazza dei Signori
20 luglio | Bologna | Sequoie Music Park
22 luglio | Roma
23 luglio | Caserta | Belvedere s. Leucio
24 luglio | Roccella Ionica | Teatro Il Castello

Prevendita biglietti: giovedì 21 dicembre ore 11:00

Clicca qui per la pagina Ticketone!

Per informazioni e prenotazioni per persone con disabilità: https://www.dalessandroegalli.com/site/tickets

Shine On!

RECENSIONI: ROGER WATERS LIVE @ UNIPOL ARENA, BOLOGNA – THIS IS NOT A DRILL TOUR

Si è conclusa la parte Italiana del tour di Roger Waters, non sappiamo se sarà veramente un addio, ma se così fosse, ha lasciato il segno in tutte le persone che hanno assistito a questo spettacolo. Così, non essendo riuscito a partecipare in prima persona ai concerti, Pink Floyd Italia in collaborazione con www.darsipace.it vi racconta la data del 21 Aprile 2023 alla Unipol Arena di Bologna, nelle splendide parole di Andrea Bellaroto, che vi farà riflettere su cosa ha rappresentato questo concerto..


Roger Waters live @ Unipol Arena, 21 Aprile 2023 – Bologna

Recensione di Andrea Bellaroto

Onore a Roger Waters, uno dei pochi artisti che negli ultimi decenni non sono piegati alla deriva nichilista e rinunciataria della cultura dominante, continuando invece a denunciare la violenza di un sistema di potere diventato ancora più pervasivo e distruttivo, per certi versi, rispetto agli anni ’70. Lo storico leader dei Pink Floyd, giunto alla soglia dei suoi 80 anni, testimonia di avere ancora una carica di energia contestatrice (ormai merce rara), non solo per le posizioni che ha preso pubblicamente sul conflitto russo-ucraino ma anche soprattutto per il tour che sta portando in giro per il mondo: “This is not a drill” (questa non è un’esercitazione), definito il suo primo tour di addio.

Sono stato alla prima data di Bologna, venerdì scorso, all’Unipol Arena, e mi sono trovato immerso in uno concerto di quasi tre ore in cui messaggio artistico e messaggio politico si intrecciano indissolubilmente in uno spettacolo fatto non solo di musica ma anche di scenografie e proiezioni su schermi alti tre metri, disposti a croce sopra il palco al centro dell’arena. Un’opera d’arte totale.

Subito prima dell’inizio dello spettacolo, la voce di Roger fuori campo avverte tutti gli spettatori: “se sei una di quelle persone che dicono ‘io amo i Pink Floyd ma non sopporto le posizioni politiche di Waters’ faresti meglio a fotterti a andartene al bar immediatamente”. Poi inizia il concerto, sulle note di Comfortably Numb, uno dei brani più celebri di The Wall, trasformata però in una sorta di ballata apocalittica, mentre sugli schermi giganti corrono le immagini di un’umanità ridotta a mandrie di zombie chini sui loro cellulari, in uno scenario di città devastate. Il messaggio è chiaro: siamo tutti anestetizzati, passivi e distratti, ci hanno resi “comodamente insensibili” (comfortably numb).

Come una sveglia arriva il ritmo martellante di Another Brick in The Wall, che cambia completamente l’atmosfera. Sugli schermi stavolta scorre una scritta rossa a caratteri cubitali: PROPAGANDA. E poi, subito dopo, l’avvertimento: “chi controlla la narrativa domina il mondo”. È con la propaganda che questo sistema costruisce i muri delle nostre prigioni mentali. È così che ci rendono anestetizzati.

Ma chi vuole tutto questo? Nell’intermezzo tra un brano e l’altro compaiono dei dialoghi, in stile fumetto:

A: Devono credere che siamo proprio stupidi!

B: Chi? A chi ti riferisci quando parli di “loro”?

A: Quelli che se ne stanno su negli attici, i fottuti oligarchi.

La canzone stavolta è The powers that be, i poteri che ci sono, che non hanno mai smesso di esserci: le oligarchie che dominano il mondo.

Durante il brano successivo, sullo schermo compaiono, una dopo l’altra, le facce di molti presidenti degli stati uniti, da Ronald Raegan a Joe Biden, passando per Obama e Trump. Ognuno ha scritto davanti alla faccia “WAR CRIMINAL”, criminale di guerra. Senza mezzi termini.

Ma non ci sono solo temi “sociali”. In una sezione del concerto dedicata a Wish You Were Here, Waters racconta la sua storia nei Pink Floyd, dalla fine degli anni ’60 all’inizio degli ’80, e soprattutto della sua amicizia con l’altro fondatore del gruppo, Syd Barrett, il “diamante pazzo”, una delle tante menti geniali andate in frantumi cercando nelle alterazioni delle droghe un’alternativa a questo mondo. Il commento è diretto e penetrante:

Quando perdi una persona a cui vuoi bene,

ti serve per ricordarti

che questa non è un’esercitazione.

Ed è così facile perdersi.

Non è vero?

Un monito valido anche oggi che il sistema ci spinge sempre di più verso finte trasgressioni (ormai del tutto sdoganate) da un lato e poi dall’altro verso riflussi di depressione e nichilismo che rischiano di risucchiarci come buchi neri. È così facile perdersi.

La carica di energia torna con la parte dello spettacolo dedicata ad Animals, il concept album del 1977 ispirato al “La fattoria degli animali” di George Orwell, una visione distopica della società umana attraverso la metafora degli animali: durante “Sheeps” una pecora gonfiabile, simbolo del conformismo, vola sul pubblico. Ma sullo schermo, poco dopo, il gregge impara le arti marziali e comincia a combattere. Ancora una volta, scritte a caratteri cubitali: RESIST CAPITALISM.

E a proposito di resistenza e opposizione, sullo schermo viene proiettato il più famoso dei filmati diffusi da WikiLeaks, “collateral murder”, in cui si vede l’uccisione di civili da parte dell’esercito statunitense durante la guerra in Iraq, nel 2007. La proiezione si chiude con lo slogan: FREE JULIAN ASSANGE. LOCK UP THE KILLERS. Ovvero: liberate Julian Assange, rinchiudete gli assassini.

La carica rock della musica e dei testi si fonde alle immagini proiettate in un unico messaggio di denuncia e di resistenza: contro l’imperialismo, il consumismo, il razzismo, la distruzione delle culture e la dittatura dei miliardari (quelli che hanno aumentato i loro profitti del 27% durante la pandemia, come ricorda un titolo di giornale sullo schermo). Siamo arrivati a Money, il celebre brano di Dark Side of the Moon.

In chiusura, Waters lancia un appello sulla guerra in corso, che sta portando a un massacro di civili per colpa di leader politici che non si parlano e che non vogliono alcuna pace. Riceve moltissimi applausi. Prima dell’ultimo brano ricorda lo spettro della bomba atomica: diciamo a gran voce che nessuno di noi vuole questo. Non vogliamo farci distruggere. Poi saluta il suo pubblico in un clima di festa e di commozione.

A fine spettacolo, ancora eccitato, resto un po’ solo in mezzo alla folla che defluisce dall’arena, e pensando mi chiedo: ma com’è possibile che ci sia tutta questa violenza così assurda nel mondo? Che cosa ci spinge, caro Roger, a creare muri, a odiarci a vicenda, a ucciderci, ma anche a credere alla propaganda, a non reagire al male, a restare passivi e addormentati mentre subiamo, oppure a organizzarci in piccole oligarchie che devastano la terra e schiacciano l’umanità? Com’è possibile che questa violenza, che tu giustamente denunci senza mezzi termini, sia così forte nel mondo, nonostante sia così assurda?

Poi mi sono venute in mente le parole di Etty Hillesum e del suo Diario, che sto leggendo in questi giorni:

Jan chiedeva con amarezza: cosa spinge l’uomo a distruggere gli altri? E io: gli uomini, dici – ma ricordati che sei uomo anche tu… Il marciume che c’è negli altri c’è anche in noi e non vedo nessun’altra soluzione, veramente non ne vedo nessun’altra, che quella di raccoglierci in noi stessi e strappar via il marciume. Non credo più che si possa migliorare qualcosa nel mondo esterno senza prima aver fatto la nostra parte dentro di noi.

Denunciamo la violenza degli uomini senza mezzi termini, perciò, ma ricordiamoci che siamo uomini anche noi, e che il principio del male è in ciascuno di noi. E facciamo la nostra parte. Solo così potremo portare un cambiamento reale e inarrestabile nel mondo.


Per la cronaca, la data del 21 Aprile era prevista a Cracovia, in Polonia, che è stata però cancellata per via delle posizioni politiche di Roger Waters, profondamente sgradite al governo guerrafondaio di Varsavia, così è stata aggiunta questa data a Bologna.

Roger Waters: “Sapevo di potere contare su Bologna, a volte altrove quando dico queste cose mi fischiano e mi dicono di pensare a cantare“.


Shine On!

ROGER WATERS: ITALIA 2023 – “THIS IS NOT A DRILL TOUR” A BOLOGNA!

Roger Waters è tornato in Italia con il suo “This is not a Drill Tour”! Dopo Milano..

21 – 28 – 29 APRILE 2023 – BOLOGNA – UNIPOL ARENA


Recensione di Tommaso Praloran, 28 aprile 2023, Unipol Arena – Bologna

Ieri sera, venerdì 28 aprile 2023, ho assistito alla seconda tappa bolognese del tour “This is not a drill” di Roger Waters.

Avevo acquistato i biglietti non appena il concerto era stato annunciato e, nei mesi precedenti l’evento, avevo letto opinioni molto contrastanti su questo show. Ciononostante, ho cercato di recarmi all’evento libero da pregiudizi e ricordandomi che, in fin dei conti, stavo andando a vedere nientemeno che l’autore dei testi di canzoni che fanno parte della mia quotidianità da diversi anni.

Lo show è iniziato con un lieve ritardo alle 20:40, preceduto da alcuni annunci sui mega-schermi, a 15, 10 e 5 minuti dall’inizio. Il celebre messaggio di apertura ci ricorda che il concerto sarà uno show politico senza compromessi: prendere o lasciare. La prima parte ci regala alcuni fra i più celebri brani dei Pink Floyd e qualche incursione nel repertorio solista.

La versione ambient di Comfortably Numb, priva del celebre assolo di chitarra, su YouTube non mi aveva convinto, ma per esprimere un giudizio è necessario averla ascoltata dal vivo, e devo dire che confermo l’impressione che avevo avuto, anche se devo riconoscere che acquista un senso se inserita nel concept dello show. L’esecuzione di The happiest days of our lives/Another brick in the wall part 2 e 3 è stata impeccabile, con Roger molto prestante e a proprio agio.

I brani ripescati dal repertorio solista sono corredati da forti immagini di accompagnamento, che non lasciano indifferenti. Una nota sull’inedita The bar: non l’avevo mai ascoltata precedentemente in modo da tenermi la sorpresa per il concerto e devo dire che, sebbene non mi abbia esaltato, ha comunque il suo perchè. Molto gradita la sezione dedicata a Wish You Were Here: ho apprezzato moltissimo gli aneddoti relativi a Barret e Have a Cigar è stata veramente molto potente. Nota di merito per aver riproposto la seconda parte di Shine on. La prima parte si è conclusa con un’energica Sheep, per poi ripartire con un’altra incursione in The Wall.

La seconda parte ha regalato i momenti migliori dello show ed è stata un potentissimo climax che è culminato con la meravigliosa piramide di Eclipse. Roger vestito da dittatore durante le interpretazioni di In the Flesh e Run like hell  ha lanciato un messaggio fortissimo, e poi l’interpretazione di Deja Vu è stata da brividi (non avrei mai pensato che un brano solista di Roger potesse acquistare una carica emotiva così marcata, eppure è stato proprio così). Trovo che sia forse il miglior testo del Roger post-Pink Floyd (fra le canzoni da me conosciute), e con un assolo di Gilmour sarebbe diventata stratosferica…

Dopo Is this the life we really want?, è il momento dell’esecuzione integrale del lato B di The Dark Side of the moon…che dire…non ci sarà stata la voce di David ma poter vedere e ascoltare dal vivo la seconda parte di uno degli album più belli di tutti i tempi non è stata un’esperienza da poco …come al solito, le immagini sui maxischermi smuovono le coscienze e la professionalità dei musicisti è da encomio. La serata si conclude con un estratto da The final cut e una reprise di The Bar (corredata di immagini della sua famiglia) e con Outside the wall…Roger alla fine era commosso e ha ringraziato più volte il pubblico.

Che dire…uscito dalla Unipol Arena stavo provando sentimenti molto contrastanti…da un lato l’apprezzamento per lo show è stato tanto, dall’altro forse la mancanza della sensibilità di Gilmour (e del povero Wright, ma in questo caso non ci possiamo fare nulla) si è sentita più di quanto avessi previsto…senza contare che non ho gradito l’aver completamente trascurato David nelle immagini dei Pink Floyd, ma questo si sapeva…

Il giudizio che mi sento di dare è comunque più che positivo e, in un modo o nell’altro, è stata un’esperienza che porterò dentro di me…alla fine di tutto, mi sento comunque di ringraziare Roger.


Shine On!

ROGER WATERS: ITALIA 2023 – “THIS IS NOT A DRILL TOUR” A MILANO!

Roger Waters arriva in Italia con il suo “This is not a Drill Tour“!

27 – 28 – 31 MARZO / 1 APRILE 2023 MILANO – MEDIOLANUM FORUM

foto di Andrea Venturelli – Milano, 27/3/2023

Lo spettacolo presenta 20 brani classici dei Pink Floyd e Roger Waters, tra cui: “Us & Them”, “Comfortably Numb”, “Wish You Were Here” e “Is This The Life We Really Want?”. Inoltre, Waters debutta con una nuova canzone, “The Bar”. 
Waters è alla voce solista, alle chitarre, al basso e al piano e sarà affiancato sul palco da Jonathan Wilson alle chitarre e alla voce; Dave Kilminster alla chitarra e alla voce; Jon Carin alle tastiere, chitarra e voce, Gus Seyffert al basso e voce; Robert Walter alle tastiere, Joey Waronker alla batteria; Shanay Johnson alla voce; Amanda Belair alla voce e Seamus Blake al sassofono. 


Questo è ciò che i critici hanno detto sul tour americano di “This is Not a Drill”:

“una serata avvincente piena di esecuzioni dinamiche, storia personale, invettive politiche…” Ultimate Classic Rock 

“Si sentivano i frequentatori di concerti in uscita discutere se questo sia o meno il miglior tour che hanno visto da Waters. Una cosa è certa, è da non perdere, e anche uno spettacolo che ti lascerà pensieri profondi sia sul mondo che su te stesso.” Ultimate Classic Rock 

“… è stato difficile non rimanere colpiti da una performance sbalorditiva in ogni modo, dal suono imponente (il migliore che abbia mai sentito al Target Center) alle immagini strabilianti proiettate su un video wall a forma di croce sospeso sopra il palco a tutto tondo al centro dell’arena.” Twin Cities Pioneer Press 

“Il superpotere di Roger Waters è la capacità di aprire conversazioni difficili attraverso la sua musica, e lui lo sa” Chicago Sun Times 

“Non ammorbidendosi minimamente nella sua vecchiaia, Waters attraverso le proteste ha dato ai classici dei Pink Floyd e al materiale solista meno celebrato un senso di urgenza, tempestività e scopo più elevato” Milwaukee Journal Sentinel 



Shine On!

ROGER WATERS IN ITALIA NEL 2023! – “THIS IS NOT A DRILL” A MILANO E BOLOGNA! 7 DATE IN ITALIA!

Alla fine, è arrivato l’annuncio ufficiale: il discussissimo tour “This Is Not A Drill” di Roger Waters, dopo l’America, arriverà anche in Italia!

AGGIORNAMENTO: AGGIUNTA 1 DATA A BOLOGNA!

AGGIORNAMENTO: AGGIUNTE 2 DATE A MILANO!

Ecco le date:

2728 – 31 MARZO / 1 APRILE 2023 MILANOMEDIOLANUM FORUM

21 – 2829 APRILE 2023 BOLOGNAUNIPOL ARENA

Lo show avrà una produzione sensazionale con un avveniristico palco centrale a 360 gradi.

Vendita generale su TicketOne.it e Call Center:

Biglietti disponibili in vendita generale online su TicketOne.it e tramite Call Center dalle ore 10:00 di Venerdì 16 settembre.

ATTENZIONE: La disponibilità di biglietti è limitata.
In fase di vendita generale ogni cliente potrà acquistare fino ad un massimo di 6 biglietti e 4 pacchetti.

I Prezzi dei Biglietti

Assago (Mi):
Settore Numerato 1: 149,50€ (130,00€ + prev 19,50€)
Settore Numerato 2: 138,00€ (120,00€ + prev 18,00€)
Settore Numerato 3: 89,70€ (78,00€ + prev 11,70€)
Posto in Piedi: 79,35€ (69,00€ + prev 10,35€)
Settore Numerato 4: 79,35€ (69,00€ + prev 10,35€)
Settore Numerato 5: 69,00€ (60,00€ + prev 9,00€)
Settore Visibilità Limitata: 69,00€ (60,00€ + prev 9,00€)

Casalecchio di Reno (Bo):
Settore Numerato 1: 138,00€ (120,00€ + prev 18,00€)
Settore Numerato 2: 98,90€ (86,00€ + prev 12,90€)
Settore Numerato 3: 89,70€ (78,00€ + prev 11,70€)
Posto in Piedi: 79,35€ (69,00€ + prev 10,35€)

Pacchetti VIP

Non sono stati ancora resi noti i prezzi dei pacchetti VIP, ma dovrebbero essere cinque, come per le altre date del tour europeo:
– Early entry VIP package: un biglietto di posto in piedi ed ingresso anticipato al parterre
– Black VIP package: un biglietto nelle prime cinque file del settore più costoso
– Gold VIP package: un biglietto nelle prime dieci file del settore più costoso
– Silver VIP package: un biglietto nel settore più costoso
– Copper VIP package: un biglietto di posto a sedere

Tutti i pacchetti hanno in comune diversi gadget:
– stampa serigrafica ultra esclusiva in edizione limitata disegnata dall’artista Jack Waters (figlio di Roger Waters), stampata su carta fine art, numerata a mano e con la firma stampata di Roger Waters
– collezione di oggetti di merchandising VIP a tema Roger Waters
– pass commemorativo ufficiale laminato + cordino
– banco merchandising dedicato senza coda
– personale dedicato per il check-in e per l’evento


I concerti di Roger Waters, sono sempre “senza compromessi”, uno spettacolo cui sarà difficile rimanere indifferenti, quindi, se quando il tour sarà in Italia, voi “non sarete al Bar“, scrivetelo nei commenti!

Inoltre, la nuova grafica a supporto del tour europeo 2023 fa riferimento al “suo primo tour d’addio in assoluto” – fate come volete, ma un tour d’addio non viene mai normalmente definito il “primo in assoluto” di una persona! Forse si tratta di uno scherzo di Roger… oppure non è un vero tour d’addio..


Questo è ciò che i critici hanno detto sul tour americano di This is Not a Drill:

…una serata avvincente piena di esecuzioni dinamiche, storia personale, invettive politiche…” Ultimate Classic Rock

Si sentivano i frequentatori di concerti in uscita discutere se questo sia o meno il miglior tour che hanno visto da Waters. Una cosa è certa, è da non perdere, e anche uno spettacolo che ti lascerà pensieri profondi sia sul mondo che su te stesso.” ~ Ultimate Classic Rock

… è stato difficile non rimanere colpiti da una performance sbalorditiva in ogni modo, dal suono imponente (il migliore che abbia mai sentito al Target Center) alle immagini strabilianti proiettate su un video wall a forma di croce sospeso sopra il palco a tutto tondo al centro dell’arena.” ~ Twin Cities Pioneer Press

Il superpotere di Roger Waters è la capacità di aprire conversazioni difficili attraverso la sua musica, e lui lo sa“. ~ Chicago Sun Times

Non ammorbidendosi minimamente nella sua vecchiaia, Waters attraverso le proteste ha dato ai classici dei Pink Floyd e al materiale solista meno celebrato un senso di urgenza, tempestività e scopo più elevato“. ~ Milwaukee Journal Sentinel


Qui, un video multicamera della data di Minneapois..

Shine on!

RECENSIONI: ROGER WATERS – TOUR INDOOR IN ITALIA

Dopo aver visto il “The Wall Tour” di qualche anno fa, quando Roger Waters ha annunciato che sarebbe tornato a suonare dal vivo, ho pensato subito che il tour non sarebbe mai potuto essere della stessa portata. Da un lato non mi sbagliavo: naturalmente il “pathos” del muro e tutti gli effetti speciali dello scorso tour non ci sono più ora che lo show è in posti più piccoli (discorso diverso per le date all’aperto di luglio…), dall’altro lato credevo che la parte emotiva non sarebbe stata ugualmente avvicinata ed invece il live Us+Them ha una carica emozionale incredibile. Difficile non riuscire ad essere trasportati da quello che è.. “la forza trainante” dei Pink Floyd.

Lo spettacolo a cui ho assistito è stata la data del 22 Aprile a Bologna – Unipol Arena.

Arrivati sul posto l’emozione è tanta, non sapevo cosa aspettarmi, ho volutamente cercato di vedere pochissimo delle esibizioni precedenti per non rovinarmi la sorpresa, entrati nel palazzetto, mi sono posizionato poco più avanti della metà dell’arena, un po di lato, fortunatamente… lo show è iniziato un pò in ritardo, 21.15, ma ne è valsa la pena. La prima parte dello show è fluida, scorre veloce, i brani sono eseguiti dalla band in modo fedele ai dischi originali, credo che Roger abbia fatto mangiare uno spartito per chitarra al chitarrista Dave Kilminster perchè gli assoli sono stati riprodotti nota per nota, senza spazio di interpretazioni personali. Ma è nella seconda parte dello show che si rimane a bocca aperta: non avrei mai potuto pensare ad una coreografia del genere inserita in un palazzetto. Follia pura! Per i brani di Animas dal soffitto è scesa una fottuta Battersea Power Station con tanto di ciminiere fumanti e Maiale.. Ma come cazzo si fa? La quadrifonia si è sentita tutta e nei momenti in cui tutte le casse funzionavano contemporaneamente tremava il pavimento, nonostante ciò il suono è rimasto sempre pulito, credo però non si possa dire altrettanto per chi ha assistito dagli spalti. Ad ogni modo ho visto il luccicare degli occhi nelle persone, e questo tanto basta per capire che Roger ha colpito il bersaglio: arrivare al cuore delle persone, senza contare una cazzo di piramide per il finale di “Eclipse”: senza parole. Per il gran finale questa volta si è scelto di sacrificare “Mother” per la mini suite dal suo ultimo album “Wait For Her,Oceans Apart,Part of Me Died” e poi la classica Comfortably Numb. Siginificativa l’immagine finale a fine concerto in cui tutti i componenti della band dopo gli applausi sono scesi, l’ultimo ad andare è stato proprio Roger, molto provato, stanco, senza voce, ma in grado di commuoversi e far commuovere ogni volta il suo pubblico.

Quello che impressiona dei suoi concerti è la potenza comunicativa diretta, spedita a tutti senza mezze misure, alla fine il concerto è sviluppato come un enorme punto interrogativo rivolto al pubblico: è questa la vita che vogliamo veramente? Perché proprio mentre dovremmo essere più consapevoli siamo indifferenti e silenziosi? Sono i temi di “Is This The Life We Really Want?” ma anche quelli di “The Wall ” del 1979 o “Animals” del 1977 e Waters sottolinea che niente è cambiato aggiornando l’immaginario dei suoi pezzi classici al nostro tempo. E come ci dice Roger, teniamo bene a mente:

“RESTIAMO UMANI”!

E’ mancato qualcosa allo spettacolo? Si: il suono e la voce di David Gilmour. Ma questa è un’altra storia..

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Scaletta:

Speak To Me / Breathe
One Of These Days
Time
Breathe (Reprise)
The Great Gig In The Sky
Welcome To The Machine
Déjà Vu
The Last Refugee
Picture That
Wish You Were Here

The Happiest Days Of Our Lives
Another Brick In The Wall Part 2
Another Brick In The Wall Part 3 

Dogs
Pigs (Three Different Ones)
Money
Us And Them
Smell The Roses
Brain Damage

Eclipse

Wait For Her / Oceans Apart / Part of Me Died

Comfortably Numb

GRAZIE ROGER!

#RESIST!

Shine On!