Roger Waters è tornato in Italia con il suo “This is not a Drill Tour”! Dopo Milano..
21 – 28 – 29 APRILE 2023 – BOLOGNA – UNIPOL ARENA
Recensione di Tommaso Praloran, 28 aprile 2023, Unipol Arena – Bologna
Ieri sera, venerdì 28 aprile 2023, ho assistito alla seconda tappa bolognese del tour “This is not a drill” di Roger Waters.
Avevo acquistato i biglietti non appena il concerto era stato annunciato e, nei mesi precedenti l’evento, avevo letto opinioni molto contrastanti su questo show. Ciononostante, ho cercato di recarmi all’evento libero da pregiudizi e ricordandomi che, in fin dei conti, stavo andando a vedere nientemeno che l’autore dei testi di canzoni che fanno parte della mia quotidianità da diversi anni.
Lo show è iniziato con un lieve ritardo alle 20:40, preceduto da alcuni annunci sui mega-schermi, a 15, 10 e 5 minuti dall’inizio. Il celebre messaggio di apertura ci ricorda che il concerto sarà uno show politico senza compromessi: prendere o lasciare. La prima parte ci regala alcuni fra i più celebri brani dei Pink Floyd e qualche incursione nel repertorio solista.
La versione ambient di Comfortably Numb, priva del celebre assolo di chitarra, su YouTube non mi aveva convinto, ma per esprimere un giudizio è necessario averla ascoltata dal vivo, e devo dire che confermo l’impressione che avevo avuto, anche se devo riconoscere che acquista un senso se inserita nel concept dello show. L’esecuzione di The happiest days of our lives/Another brick in the wall part 2 e 3 è stata impeccabile, con Roger molto prestante e a proprio agio.
I brani ripescati dal repertorio solista sono corredati da forti immagini di accompagnamento, che non lasciano indifferenti. Una nota sull’inedita The bar: non l’avevo mai ascoltata precedentemente in modo da tenermi la sorpresa per il concerto e devo dire che, sebbene non mi abbia esaltato, ha comunque il suo perchè. Molto gradita la sezione dedicata a Wish You Were Here: ho apprezzato moltissimo gli aneddoti relativi a Barret e Have a Cigar è stata veramente molto potente. Nota di merito per aver riproposto la seconda parte di Shine on. La prima parte si è conclusa con un’energica Sheep, per poi ripartire con un’altra incursione in The Wall.
La seconda parte ha regalato i momenti migliori dello show ed è stata un potentissimo climax che è culminato con la meravigliosa piramide di Eclipse. Roger vestito da dittatore durante le interpretazioni di In the Flesh e Run like hell ha lanciato un messaggio fortissimo, e poi l’interpretazione di Deja Vu è stata da brividi (non avrei mai pensato che un brano solista di Roger potesse acquistare una carica emotiva così marcata, eppure è stato proprio così). Trovo che sia forse il miglior testo del Roger post-Pink Floyd (fra le canzoni da me conosciute), e con un assolo di Gilmour sarebbe diventata stratosferica…
Dopo Is this the life we really want?, è il momento dell’esecuzione integrale del lato B di The Dark Side of the moon…che dire…non ci sarà stata la voce di David ma poter vedere e ascoltare dal vivo la seconda parte di uno degli album più belli di tutti i tempi non è stata un’esperienza da poco …come al solito, le immagini sui maxischermi smuovono le coscienze e la professionalità dei musicisti è da encomio. La serata si conclude con un estratto da The final cut e una reprise di The Bar (corredata di immagini della sua famiglia) e con Outside the wall…Roger alla fine era commosso e ha ringraziato più volte il pubblico.
Che dire…uscito dalla Unipol Arena stavo provando sentimenti molto contrastanti…da un lato l’apprezzamento per lo show è stato tanto, dall’altro forse la mancanza della sensibilità di Gilmour (e del povero Wright, ma in questo caso non ci possiamo fare nulla) si è sentita più di quanto avessi previsto…senza contare che non ho gradito l’aver completamente trascurato David nelle immagini dei Pink Floyd, ma questo si sapeva…
Il giudizio che mi sento di dare è comunque più che positivo e, in un modo o nell’altro, è stata un’esperienza che porterò dentro di me…alla fine di tutto, mi sento comunque di ringraziare Roger.
Shine On!