2017

PINK FLOYD: LA MOSTRA “THEIR MORTAL REMAINS” IN ITALIA!

Dopo mesi di voci, è arrivata l’ufficialità: la mostra “The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains” arriverà infatti in Italia:

La location è il Museo Macro di via Nizza a Roma. L’apertura e’ prevista per il 19 gennaio 2018, i biglietti sono già in vendita. La mostra e’ stata presentata presso la sala della Protomoteca in Campidoglio alla presenza di Nick Mason, batterista e unico membro del gruppo presente fin dalla nascita. “Sono felice di avere portato la mostra a Roma, c’e’ grande entusiasmo e non vedo l’ora arrivi l’inaugurazione”, ha detto Mason, annunciando che all’esposizione sarà presente anche Roger Waters, bassista e cantante della band: “..e credo ci sarà anche Roger Waters. Non so se questo doveva rimanere un segreto, se così fosse mi dispiace ma ormai l’ho detto!“. L’esposizione avrà tutti i pezzi già presenti nella mostra di Londra più qualche aggiunta inedita.
Al momento la programmazione è prevista fino al 29 aprile, ma non è da escludere che in caso di successo venga prorogata, proprio come successo a Londra.

I prezzi per i biglietti open sono di 22 €, mentre per il biglietto giornaliero il prezzo sarà di 20 €.

Tutte le info al sito ufficiale della mostra: pinkfloydexhibition.com

A questo link il video di Repubblica.it

pink_floyd_their_mortal_remains_official_bookAd accompagnare la mostra, è uscito anche la versione in lingua Italiana da “Skira editore” del libro “PINK FLOYD Their Mortal Remains”, uno spettacolare volume che celebra i 50 anni della band in una raccolta di foto e documenti esclusivi interamente inediti.

Una cronaca della musica, ma anche delle immagini visionarie e delle performance del gruppo, dalla scena psichedelica e underground della Londra degli anni ’60 fino ai giorni nostri. Una storia di suono, design, performance e tanto altro alla scoperta dell’uso innovativo degli effetti speciali, delle sperimentazioni sonore, delle immagini iconiche e delle critiche sociali di quella che è stata la prima band della storia della musica ad andare oltre l’aspetto sonoro dei propri brani e dei propri spettacoli, per offrire al proprio pubblico non dischi o concerti, ma esperienze totalizzanti e spiazzanti“.

Shine On!

PINK FLOYD: NUOVE RISTAMPE IN VINILE

Dopo la ristampa su vinile dell’intero catalogo degli album in studio, la Pink Floyd Records si appresta a continuare con i Live e le raccolte: usciranno infatti il 17 novembre le nuove ristampe del grandioso Live “Delicate Sound Of Thunder” (1988) registrato durante 5 serate nell’agosto ’88 al Nassau Coliseum di New York e la raccolta “A Collection Of Great Dance Songs” (1981) che offre la particolarità di versioni alternative di alcuni dei classici dei Pink Floyd e una “Money” ri-registrata dal solo David Gilmour che suona tutti gli strumenti con Dick Parry al sax. Entrambi i lavori sono stati rimasterizzati a partire dalle registrazioni analogiche originali.

 

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Ora non ci resta che aspettare l’uscita di P.u.l.s.e. in vinile.. 😉

Shine On!

RECENSIONI: DAVID GILMOUR: LIVE AT POMPEII – COFANETTO BLU-RAY & LP

L’attesa per questo filmato è stata lunga, chi non ha potuto assistere al concerto ha dovuto aspettare più di un anno per mettere le mani sul filmato e godere delle performance che David Gilmour ha fatto nell’anfiteatro di Pompei..

Il box 2 Cd +  Blu-ray si presenta bellissimo, nello stile del cofanetto di “Rattle That Lock”:

Il concerto parte subito, non c’è infatti il mini documentario con cui il filmato era partito nella versione cinematografica: 5am, un’immagine da mozzare il fiato, con l’anfiteatro e il Vesuvio alle sue spalle.. si nota subito il grandissimo lavoro che è stato fatto sulla registrazione, un suono mai sentito così “vivo” e “vero”. L’esecuzione, magistrale.. anche se ho avuto la sensazione che nelle primissime note di chitarra, l’immagine e il video non siano in perfetto sincrono, ho avuto la stessa sensazione anche al cinema. Rattle That Lock era già stata pubblicata su You Tube da parecchio tempo e la ritroviamo così, con David in ottima forma e il suono della Fender Esquire.. a mio parere tra i più belli di sempre. Faces Of Stone è qualcosa che ti strappa l’anima. Difficile trattenere le lacrime durante l’assolo, sembra che David ci dica con essa tutto il dolore sopportato per la perdita di sua madre. What Do You Want From Me, pezzo da The Division Bell eseguito con grande energia anche se un po “legnoso”. Durante The Blue da On An Island David si sbizzarrisce con l’effetto Whammy, e il risultato è notevole, anche se forse è un po troppo lunga. The Great Gig In The Sky è un pezzo che i coristi hanno proposto a David e lui ha accettato, discutibile il risultato, personalmente avrei proposto altro. A Boat Lies Waiting è il pezzo più commovente del concerto, dedicato a Richard Wright con David che per un attimo sembra cercarlo nel cielo.. Wish You Were Here la conosciamo tutti e infatti il pubblico canta insieme ai musicisti, con finalmente Chester Kamen che rende giustizia alla parte ritmica di chitarra, a differenza di Phil Manzanere che ogni tanto “steccava”. Si continua con Money con un bel duetto tra i chitarristi e poi è la volta di In Any Tongue: per me il miglior brano da Rattle That Lock. Grandissimo assolo anche se mi sarei aspettato che in questi concerti David provasse a cantare anche il ritornello come sul disco originale. High Hopes è eseguita magistralmente e chiude la prima parte del concerto.

La seconda parte si apre con l’unico brano eseguito anche dai Pink Floyd nel ’71, One Of These Days, incredibili gli effetti sull’anfiteatro. Si prosegue con “Shine On“, una delle più belle versioni che ho mai ascoltato, il suono è da togliere il fiato e l’esecuzione sembra presa dal disco originale, unico difetto a mio parere l’assolo di sax di Joàe Mello che ha sicuramente fatto di meglio durante il tour. Fat Old Sun è una delle mie preferite, e qui il suono è molto ripulito a differenza dell’esecuzione dal vivo dove durante l’assolo si creava un po di confusione, qui invece è tutto a posto; Coming Back To Life anch’essa grandiosa, nel tour del 2006 durante l’assolo usava una distorsione più “spinta” mentre in questo tour ha preferito rimanere fedele al disco. On An Island non me l’aspettavo così, versione addirittura migliore del 2006, con un gran tiro, anche  Today è stata migliorata molto, infatti durante il tour le voci dei cori risualtavano troppo evidenti, qui sono state abbassate di volume e il tutto risulta più gradevole. Sorrow è senza parole, davvero una gran versione, anche se paragonata al live di P.u.l.s.e. perde un po di “confidenza” nell’assolo finale, resta il fatto del suono che David tira fuori: impossibile. Run Like Hell con l’intera banda in Rayban è il momento “disco” con un finale da mozzare il fiato con i fuochi artificiali a colorare il cielo spora l’anfiteatro, uno spettatore si porta le mani ai capelli quasi a dire: “ma che cazzo succede?”.

Il gran finale parte con Time e Breathe -reprise- dove il suono della chitarra anche questa volta è diverso rispetto alla versione del tour del 2006, più fedele alla versione originale. Comfortably Numb è l’epilogo della serata, lascio a voi i commenti…

Il Blu-Ray si chiude con il mini-documentario di 7 minuti Pompeii Then and Now, dove si parla anche con Adrian Maben e i ragazzi degli scavi.. Personalmente ho apprezzato più quello visto al cinema.

Continuo però a sperare che prima o poi questo Live At Pompeii veda l’uscita in versione Blu-ray 4K, essendo stato filmato in questo formato, solo allora potremo godere (tv e lettore permettendo..) della massima definizione in cui è stato filmato il live,

I contenuti bonus sono davvero eccezionali, si parte con alcune versioni di brani dal tour Sud Americano davvero notevoli, con una Comfortably Numb ispiratissima e con l’assolo forse addirittura più bello di quello di Pompei. Si continua con altri brani dal concerto Polacco trasmesso in diretta Tv, anche questo ripulito da “rumori” della diretta e con diverse inquadrature.

Poi è la volta dei documentari, con immagini da ogni data del tour mondiale 2015 e 2016, molte immagini e poche parole, davvero bello, consiglio a tutti la visione, e se volete un Hot Dog “David Gilmour Signature”, prendetelo con cipolle, senape e ketchup! 😉

Conclude il box il documentario fatto per la Bbc “Wider Horizons” con finalmente i sottotitoli in italiano, e questo è davvero uno sguardo più approfondito nella vita di David Gilmour dove si possono capire molte cose, della persona, più che del chitarrista.

La versione in 4 Lp è un bel box con dei colori veramente azzeccati, il suono è quello che ci si aspetta da un vinile.. Bellissimo anche il libro con le immagini giganti! Incredibilmente però non hanno inserito un codice per scaricare il contenuto in Mp3 da internet..

In conclusione, mi risulta difficile non consigliare la visione di questo concerto ad un fan dei Pink Floyd o David Gilmour, è vero che nel filmato si è dato poco spazio all’anfiteatro, e soprattutto al pubblico, a differenza dei filmati Sud Americani, ma questo film è l’espressione musicale di David Gilmour nel 2015 e 2016, un musicista con ancora tanta voglia di suonare e sperimentare suoni, che se ne frega se la sua voce non è più all’altezza di 10 anni fa, il pubblico lo vuole su quel palco, e lui, ogni tanto, ci accontenta.. con la promessa di tornare nuovamente in studio, perchè David si sa, se partirà per un nuovo tour, sarà per pubblicizzare un nuovo album!

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RECENSIONI: DAVID GILMOUR – LIVE AT POMPEII – VERSIONE CINEMATOGRAFICA

Era praticamente certo ancora prima del concerto l’uscita su Dvd / Bluray del live che David Gilmour ha tenuto il 7 e 8 luglio 2016 nel leggendario anfiteatro di Pompei, ma nessuno si aspettava una versione cinematografica, andata in onda in tutto il mondo per un solo giorno, mentre in Italia abbiamo fatto le cose in grande ed il film è stato proiettato per tre sere consecutive. La versione del cinema è “tagliata” di qualche canzone per entrare negli “standard orari” cinematografici: Faces of Stone, Money, The Blue, Fat old sun, Coming back to life, On an Island, The Girl InThe Yellow Dress e Today infatti le troveremo solo nella versione Dvd e Blu-ray in uscita a fine settembre.

Ma ora parliamo del contenuto: la mia visione è stata al cinema Multiplex “Le Befane” di Rimini in una sala dotata di Dolby digital surround DTS e Sistema di Proiezione Sony Digital Cinema 4K.

Partendo dal presupposto che questo film (so che è difficile..) non può essere neanche lontanamente paragonato a “quel” Live At Pompeii che i Pink Floyd fecero nel lontano 1971, una opinione su questo concerto deve essere fatta in base al “Rattle That Lock World Tour” che David Gilmour ha portato in giro per il mondo nel 2015 e 2016. La scaletta è stata per lo più la stessa delle altre date, con l’eccezione di “the Great Gig In The Sky” che ha ricevuto molte critiche, ed in effetti è parso anche a me che si sarebbe potuto rischiare qualche altra canzone, perchè “Great Gig..” è molto particolare e farne una versione degna di nota è veramente difficile. L’unica canzone invece eseguita anche nel 1971 è stata “One Of These Days”.

Il film inizia con un mini-documentario dalle prove a Brighton all’arrivo a Pompei, dove mostrano l’inizio dell’assolo di In Any Tongue nel soundcheck, altamente spettacolare, senza nessun pubblico.. Poi si inizia. Non farò un elenco delle sensazioni canzone per canzone ma vi basti sapere che le riprese di Gavin Elder sono altamente spettacolari e danno davvero la sensazione di assistere al concerto, una piccola consolazione per chi -come me- non ha potuto assistere dal vivo a questo evento, senza parlare della parte audio: sinceramente una pulizia del suono così l’ho sentita raramente, tutti gli strumenti sono facilmente riconoscibili, compreso il coro, e per la chitarra di Gilmour non ci sono parole: sembra che stia suonando davanti a me in presa diretta. Sono ancora sconvolto. Vorrei sapere che diavolo di microfono hanno usato per registrarla.. L’esecuzione è stata pressoché perfetta, nessuna sbavatura, e mi pare nessun ritocco evidente dal live originale se non in una strofa di “Rattle That Lock”, ma per la certezza assoluta bisogna parlare con chi al concerto ci è stato dal vivo. Un David molto concentrato sulla performance, spesso ad occhi chiusi in piena “trance” musicale e davvero commovente in “A Boat Lies Waiting” dove sembra cercare Rick nel cielo, senza parlare di Comfortably Numb, In Any Tongue, High Hopes.. La parte di assolo iniziale di “Shine On..” sembra presa direttamente dal disco originale, un suono che.. bo, non lo so descrivere. Insomma avrete capito che a me il concerto è piaciuto parecchio. L’effetto che mi ha fatto vedere Live At Pompeii sul grande schermo è incredibile, mi viene voglia di costruirmene uno tutto mio, le pareti del cinema in Sorrow quasi tremavano e il Dolby Dts ha funzionato alla grande anche se non in versione “Atmos”.

Ora aspettiamo con trepidazione l’uscita su Dvd, Blu-ray, Lp e cd per vedere ed ascoltare anche i pezzi mancanti del concerto, canzoni come “Faces Of Stone”, “Fat Old Sun”, “Coming Back To Life” e le altre che nella versione cinematografica non hanno trovato posto e magari, per i presenti, cercare di riconoscersi! 😉

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Infine un piccolo appunto: non riesco a capire perchè (essendo io molto appassionato di tecnologia) avendo filmato il concerto in 4k non uscirà una versione appunto in Ultra HD 4k, potendo godere appieno anche a casa della massima definizione in cui il concerto è stato filmato.

Shine On!

DAVID GILMOUR – LIVE AT POMPEII AL CINEMA – L’INTERVISTA

Per tre giorni si potrà rivivere al cinema la magia dei concerti che David Gilmour ha tenuto a Pompei nel luglio del 2016. Arriva infatti nelle sale italiane, dal 13 al 15 settembre, “Live at Pompeii“. Un evento nell’evento, per rivivere il primo concerto svoltosi nell’anfiteatro romano davanti a un pubblico dopo quasi 2.000 anni, con brani che coprono tutta la carriera di Gilmour, dai classici dei Pink Floyd alle ultime opere soliste.

In collaborazione con Paola, qui di seguito la bellissima intervista che David ha rilasciato al World Cafe.

David Dye: L’ospite di oggi del World Cafe è David Gilmour, chitarra, voce e compositore dei Pink Floyd dal 1968 quando si unì al gruppo per sostituire l’ormai instabile Syd Barrett. Il pianista Richard Wright è deceduto nel 2008… Il bassista e scrittore Roger Waters è in tour dall’anno scorso con brani originali e vecchi brani del gruppo, mentre David Gilmour è al cinema con un nuovo concerto, filmato nell’anfiteatro romano di Pompei in Italia lo scorso Luglio.

Sarà trasmesso in tutto il mondo il 13 settembre, prima di essere pubblicato in BluRay, CD e DVD.

Il concerto di Pompei è spettacolare, con le gradinate vuote e il pubblico al centro dell’arena. Prima di sentire alcuni spezzoni del concerto vorrei parlare con Gilmour di un’altra volta in cui Pink Floyd suonarono nello stesso anfiteatro a Pompei, senza un pubblico, nel 1971. Questo concerto è disponibile online e nell’ultimo boxset dei Pink Floyd. Qual è il tuo ricordo del film del 71?

DG: Passammo qualche giorno là,  andammo sul monte del Vesuvio, e in delle sorte di piscine di zolfo bollente, e registrammo tutto in modo piuttosto amatoriale, il live fu registrato in una macchina a 8 tracce, e in qualche modo i nostri ragazzi riuscirono a far funzionare il tutto. Ne abbiamo ottenuto un bel film.

DD: Vi preoccupaste dei rischi di disturbare il luogo?

DG: Allora? No, non avevamo un sistema di amplificazione perché i microfoni erano collegati direttamente al nastro, c’erano solo i nostri amplificatori, quindi non penso ci fossero rischi di danneggiare niente. Non come adesso, abbiamo dovuto assicurare gli abitanti della città e l’amministrazione del sito archeologico che non avremmo fatto alcun danno.

DD: Siamo qui per parlare del concerto dell’anno scorso, nei cinema il 13 di settembre. Visivamente è incredibile, il merito va al designer di luci Mark Brickman. Vorrei sapere, quanto avete discusso sul coinvolgere la struttura dell’anfiteatro?

DG: Mark ed io abbiamo parlato di come volessimo farlo. Gli ho dato molta libertà e lui ha avuto parecchie idee. Avevamo dei droni che filmavano da lontano, riprendendo tutta l’area con il Vesuvio dietro il palco, ci abbiamo passato delle notti indimenticabili.

DD: Immagino che mentre suoni tu non sia completamente consapevole di quello che sta succedendo alle tue spalle.

DG: È difficile vedere tutto, ma di solito ho uno specchio convesso ai miei piedi con i quali posso vedere lo schermo e cosa sta succedendo alle mie spalle.

DD: Uno dei brani che non suonate molto spesso è The Great Gig in The Sky. Perché stavolta l’hai voluta includere nella scaletta?

DG: Volevamo una nuova canzone, una sorpresa speciale per i concerti di Pompei. Le coriste hanno lavorato molto su una versione di The Great Gig In The Sky, senza dirmi niente. Sono venute da me chiedendomi se avrebbero potuto farla, avendo provato questa loro versione. L’abbiamo tenuta per quelle due notti. Abbiamo suonato questa, scritta da Rick Wright, insieme a qualche altra, come piccolo tributo per il nostro Rick.

DD: Vorrei parlare un po’ di Richard Wright poiché hai specificato che questo è uno dei suoi brani. Dimmi qual è stata la sua influenza sui Pink Floyd. So che è una domanda difficile, ma così come la tua chitarra ha definito il suono dei Pink Floyd, così ha fatto il suo piano.

DG: Nel suono dei Pink Floyd il suo piano è stato un elemento portante in modo più subdolo. Si dice che “non apprezzi quello che hai finché non lo perdi”. Quando se n’è andato si è sentita subito la sua assenza. È stato bello dedicargli questo tributo durante i concerti, cercando di ricordare alla gente quanto grande fosse la sua parte nella musica che abbiamo fatto in tutti questi anni.

DD: Parlando di chitarre, il suono della tua chitarra è stato un elemento caratterizzante della musica dei Pink Floyd. Durante questi concerti, correggimi se sbaglio, hai suonato un paio di acustiche, tra cui una spagnola, una Stratocaster, una Lap Steel Guitar, e una Telecaster parecchio usata. Il suono che crei è sempre identificabile, è sempre stato così?

DG: Penso che il suono che crei con una chitarra è dato dal tuo gusto e dal tuo modo di essere. Le tue dita, il tuo senso del ritmo, la tua coordinazione tra mano destra e sinistra, tutte queste cose giocano un ruolo in cosa è il suono della tua chitarra. Immagino si sia definito sempre di più con il passare degli anni, ma è sempre stato presente. Posso dire di essere stato molto fortunato nell’aver creato un suono così riconoscibile. Come hai detto tu, posso suonare una lap steel guitar, una Telecaster o una Esquire, come in effetti facevo all’inizio, o una Stratocaster, e il mio modo di suonare rispecchierà sempre il mio modo di essere, ne sono molto contento, ma non ti so spiegare come ciò sia successo.

DD: Dimmi della tua Esquire, so che c’è una lunga storia dietro.

DG: C’è un ragazzo molto conosciuto nell’ambiente, Seymour Duncan, che disegna parti di chitarra, pickups, e cose così. Lavorava a Londra per la Fender negli anni 70, lo conoscevo quindi gli chiesi se poteva trovarmi una chitarra che si avvicinasse al suono della chitarra di Roy Buchanan, che mi piaceva molto al tempo. Mi portò quella chitarra, tutta rovinata, ma che aveva un suono fantastico. È una delle mie preferite non potrei vivere senza, ha molto carattere. Non l’ho mai ridipinta, è così com’era quando la presi. Qualcuno l’aveva rovinata cercando di togliere la vernice con qualche attrezzo che ci ha lasciato quegli strani segni. Ma funziona.

DD: David, uno dei miei brani preferiti del film è One Of These Days, da Meddle, che avete suonato anche nel live a Pompei originale. Il brano è accreditato a tutti i membri dei Pink Floyd, ti ricordi come l’avete scritta?

DG: È difficile ricordare. Il suono ripetitivo creato con un Digital Delay… Anzi, era Analogico, era una cosa su cui stavo lavorando da molto tempo. Roger lo risuonò con il basso e così è nato questo riff. È stata una di quelle volte in cui l’idea iniziale si sviluppa in studio e diventa una grande composizione.

DD: David, hai registrato questi concerti durante il tuo 70° anno di età, è un’età in cui si può ancora fare del rock?

DG: Non penso che l’età abbia molto a che fare con niente, finché ti tieni in forma e in salute. Le idee non hanno ancora smesso di venirmi, quando succederà inizierò a preoccuparmi.

DD: Volevo proprio parlare della tua creatività e la tua risposta mi piace molto.

DG: Non so, magari mi sto illudendo da solo, ma mi sembra di creare più materiale e di migliore qualità più invecchio. C’è ancora molto in riservo per un nuovo album. Su cui possibilmente riuscirò a lavorare nei prossimi tempi. (Letteralmente dice “One Of these days” 😉 ).

DD: il tuo collega Roger Waters è in tour con uno spettacolo piuttosto teatrale, e vi dividete parecchio materiale, hai visto o hai intenzione di vedere questo tour?

DG: Non credo di aver bisogno di vedere un tour di Roger Waters al momento, non vado a vedere molti concerti in effetti. Io e Roger non andiamo molto d’accordo ultimamente, quindi non penso andrò a vederlo.

DD: Questo concerto, live a Pompei, è stato registrato l’anno passato quando la situazione politica era più movimentata di ora. Cosa ne pensi riguardo l’inserire elementi politici nei tuoi concerti?

DG: Penso che ognuno debba fare ciò che crede, ciò che pensa di dover fare. Se avessi una visione politica più approfondita e fossi capace di esprimere a parole il mio pensiero lo farei. Sono una persona politica, so bene da che parte vorrei stare, ed è la parte democratica, che in Regno Unito è il partito Laburista, ma la musica è ciò che amo quando mi concentro completamente in ciò che sto facendo, non avrei paura di farlo ma non sono così spinto a farlo come lo è Roger. Sono assolutamente a favore. Io e Roger ci siamo guadagnati una posizione tale da poter fare ciò che vogliamo fare. Se agli altri non piace, non è affar nostro.

DD: Ci sono altri brani dei Pink Floyd che sentiresti il bisogno di suonare ancora dal vivo?

DG: Quando facciamo le prove i ragazzi sono grandiosi, proviamo un po’ di tutto e i brani che vengono meglio sono quelli che scegliamo di fare. Cerchiamo di scegliere i vecchi brani che sappiamo il pubblico apprezzerà, li uniamo ai miei nuovi pezzi tratti dagli album da solista, e cerchiamo di creare un equilibrio nella musica che suoniamo.

DD: Devo dire che la reazione al lavoro da solista è stato molto positivo, ti aspetti che il pubblico abbia una grande reazione ai brani dei Pink Floyd, ma c’è stata anche per gli altri.

DG: È molto gratificante vedere che al pubblico piacciono così tanto i miei nuovi brani. È molto bello e mi spinge a continuare a lavorare.

David, congratulazioni per il film, e grazie per aver parlato con noi.

DG: È stato un piacere.

Traduzione a cura di Paola

A questo link potete ascoltare l’intera intervista.

A questo link la recensione del film a cura di Floyd Channel.

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