ROGER WATERS: TOUR INDOOR IN ITALIA 2018

Ci Siamo, tra poche ore partirà il tour indoor di Roger Waters in Italia, Milano e Bologna le tappe previste, ci si aspetta uno spettacolo mozzafiato e siamo sicuri che andremo a casa con soddisfazione…

Queste le tappe:

17 aprile 2018 Mediolanum Forum, Milano

18 aprile 2018 Mediolanum Forum, Milano

21 aprile 2018 Unipol Arena, Bologna

22 aprile 2018 Unipol Arena, Bologna

24 aprile 2018 Unipol Arena, Bologna

25 aprile 2018 Unipol Arena, Bologna

A tutti quelli che parteciperanno all’evento, dite la vostra nei commenti!

Intervista a Roger Waters per Vh1 Italia

Fonte: Rolling Stone.it

50 anni fa era a Roma con i Pink Floyd (ma non se lo ricorda), oggi torna per concerti e una mostra. Sir Waters racconta la sua voglia di cambiare il mondo al direttore di VH1 Italia. Senza risparmiare Zuckerberg, perché non è detto che i miliardari siano tutti intelligenti.

Sir Roger, bentornato in Italia.
Grazie.

Un ritorno con un nuovo album, Is This the Life We Really Want?, e un nuovo tour. Cinque anni fa hai portato in Italia e nel mondo The Wall, oggi torni con Us + Them, in doppia versione, indoor e poi all’aperto.
Sì, in aprile faremo lo spettacolo nei palazzetti di Milano e Bologna, poi torneremo in luglio per suonare al Lucca Summer Festival e al Circo Massimo di Roma. Abbiamo appena fatto 64 concerti tra Usa e Canada, e sta andando incredibilmente bene. Il pubblico è stato fantastico, a quanto pare il concerto commuove e sbalordisce.

Pensi che il pubblico sia sbalordito dal contenuto, dal messaggio del concerto?
Credo di sì. Molti si commuovono, a volte anche in maniera esagerata, e credo che succeda perché lo show rappresenta tutte le cose a cui sono sempre stato interessato. Per esempio l’amore. Suoniamo quattro brani del nuovo album che trattano della natura trascendentale dell’amore romantico. Se nella vita siamo abbastanza fortunati da incontrare l’amore, indipendentemente dal fatto che abbia successo o che sia un fallimento, sia nel breve che nel lungo termine, abbiamo comunque un punto di partenza per provare un senso di empatia dentro di noi, che possiamo poi esprimere nel nostro rapporto con gli altri, anche in situazioni meno intime.

Sei soddisfatto della tua esperienza personale per quanto riguarda l’amore?
Sì, lo sono. Lo sono.

Vidi il tuo concerto al Coachella dieci anni fa e rimasi molto colpito dal fatto che ci fosse un vero aeroplano da guerra che volava sopra il pubblico.
Come no, era il 2008, affittai quell’aereo solo per il Coachella, perché facesse cadere coriandoli con scritto “Vota per Obama”, ma la maggior parte dei coriandoli volarono lontani dal pubblico e finirono nelle piscine delle case dei dintorni, tanto che alcuni pensarono di denunciarmi per aver intasato le loro tubature.

Ricordo che in quel concerto si perse anche il maiale gonfiabile, che volò in cielo.
Sì, il maiale scappò, ma poi lo ritrovarono. Si ruppe in più pezzi che atterrarono qua e là. Il promoter decise di dare una ricompensa a chi lo riportasse, e fece felici quelli che ne trovarono un pezzo nel loro giardino.

La mostra sui Pink Floyd non è mai, nemmeno lontanamente, nostalgica. Il messaggio che arriva a chi la visita è che il lavoro che avete fatto è sempre stato all’avanguardia. Qual è la tua sensazione sulla mostra?
Potresti aver ragione, non lo so. Io la guardo con una prospettiva differente. Per me è come trovarmi nel mio studio, ci sono tutti gli oggetti degli anni ’70 e molti di questi sono come vecchi amici. Come l’Azymuth Co-ordinator costruito da Bernard Speight. Ricordo che eravamo in studio e chiedemmo: “Ehi Bernard, come facciamo a far circolare il suono in questo modo?”, lui costruì lo strumento e disse: “Questo dovrebbe riuscirci”. Continuo a usarlo ancora oggi. Uso ancora suoni quadrifonici, in concerto. Questa mostra è un’esperienza immersiva, le luci sono basse, l’udito viene attivato molto perché lungo il percorso si può ascoltare musica, interviste e altro ancora. Ci sono molti contenuti. Capisco perché ha avuto grande successo a Londra e penso che avrà successo anche qui.

Sono passati 50 anni da quando hai suonato in Italia per la prima volta, al Piper Club, che è a poche centinaia di metri dal Macro.
Me l’hanno detto, sì.

Ricordi qualcosa di…
No.

Niente?
Niente! Proprio oggi ho chiesto: “In che mese abbiamo suonato a Roma?”, mi hanno detto: “In aprile”. Quindi era prima che entrasse David Gilmour nella band. Lavoravamo professionalmente come musicisti solo da un anno. Probabilmente nell’aprile del 1968 c’era ancora Syd Barrett, che però era ormai in quel momento del suo malessere in cui non era più in grado di comunicare con nessuno e ho il sospetto che già non facesse più parte della band. Ma non mi ricordo assolutamente nulla. È triste.

Da sempre attraverso la tua musica e i tuoi concerti lanci forti messaggi sociali. Questo non è un momento facile, ci sono guerre, c’è Trump, quali sono le tue speranze per il futuro della società?
Non è facile, ma il quadro generale diventa sempre più chiaro. La domanda è quella che pongo nel titolo: è questa la vita che vogliamo veramente? Per essere più specifici: vogliamo vivere in un mondo in guerra? Io no, e tutti quelli che conosco non vogliono, ma allora perché è così? Perché i Lindsey Graham e i John McCain del mondo non fanno che dire: “Perché quelle sono persone cattive!”, e la destra evangelica degli Stati Uniti dice: “È colpa loro perché non sono in grado di controllare i loro impulsi omicidi, quindi dobbiamo ucciderli”. Ma le tattiche usate in quella che viene definita “la guerra al terrore” non stanno funzionando. Tutto ciò che fanno non ha altro effetto se non creare più persone che vogliono uccidere gli americani, ed è questo che sta succedendo. È il modo perfetto per peggiorare le cose. Quindi chi di noi non vuole vivere in uno stato di guerra deve iniziare a mettere in discussione il modo in cui le informazioni vengono disseminate, il modo in cui la propaganda sulla guerra viene diffusa. Dobbiamo pensare anche a Internet, a come Google e Facebook siano gomito a gomito con il governo. Ci sono 10mila impiegati in Google impegnati a modificare il motore di ricerca affinché i siti che si oppongono alla guerra non appaiano nei risultati. Questo fa paura, ma riusciranno a far scomparire questi siti prima che la gente dica: “Aspettate un attimo!”? Non lo so.

Quindi tu cosa faresti?
Mi piacerebbe mettere quelli che hanno fondato Google in una stanza, chiedere loro: “Perché lo state facendo?”, e sentire cosa dicono. Sono due tizi alti così, li ho visti di persona a un party. Sono due ragazzini che non sanno niente, ma hanno un potere incredibile. E Zuckerberg è un idiota. È un miliardario, ma è un idiota. Non capisce niente. Qualcuno dovrebbe dirgli: dovresti sederti ad ascoltare Noam Chomsky per un paio di settimane, perché lui è saggio e tu sei un cretino, prova a imparare qualcosa. Il problema è che un miliardario pensa: “Non sono un cretino, se sono miliardario com’è possibile che io non sia un genio?”. È un mondo strano.

Shine On!

71 comments

  1. Purtroppo io non posso essere presente per questo tour, tempo fa avevo criticato Roger Waters, ho visto alcuni spezzoni degli spettacoli tra Milano e Bologna. Mi devo ricredere, giù il capello davanti a tanti creatività e perfezione.
    Roger Waters é uno dei più grandi artisti rock di tutti i tempi e tra i migliori rimasti in vita tra i contemporanei.
    Applausi al grandissimo Roger Waters

  2. Io sono stato ieri all’unipol…un gigante lui, non so cosa aggiungere. Se qualcuno di Bologna non potesse andare stasera contattatemi, sarei ben lieto di bissare

    1. Ciao a tutti. Veramente fantastico in tutti i sensi, ora, ho dormito poco e…scriverò a mente piu lucida qualcosa. Goodbye Roger 😢

      1. Grande Dave sono contento che ti sia piaciuto, quando ti sei riposato facci un commento più dettagliato ciao

      2. caro dave, anticipo io qualcosa?
        ieri noi due (dave & moi) si era all’unipol. senza fare spoiler né rovinare le aspettative posso dire che lo spettacolo è stato meraviglioso, come c’era da aspettarsi e anche più. a me in particolare hanno colpito la fluidità dell’esecuzione e i passaggi impeccabili da una canzone all’altra (dave su questo dissente un po’). ma la vera sorpresa per me è stata la traduzione di questi passaggi a livello scenografico. tutto sembra “fermo” e invece tutto “scorre” oggetti e immagini appaiono, si trasformano e scompaiono con sapienti giochi di luce e colore. insomma 10 e lode (anche se personalmente ritengo tutta la parte scenografica di “the wall live” di una categoria superiore per la forza e coerenza del concept alla base).
        dal punto di vista musicale non aggiungo nulla a quanto già ribadito più volte. la professionalità dei musicisti è enorme e il temuto effetto “cover band” non c’è. punto. le lucius sono strepitose, carin è il mostro di sempre, kilminster mi è pure diventato simpatico. waters, tranne qualche ben più che ammissibile sbavatura, è stato semplicemente UN GIGANTE alla faccia delle critiche sulle parti preregistrate. non dico nulla sulle canzoni per non rovinare la sorpresa della scaletta a chi ancora non la conosce (ammesso che ancora ci sia effettivamente qualcuno che non ha dato una sbirciatina in rete), ma la seconda (o la terza, a seconda dei punti di vista) mi ha fatto veramente balzare sulla sedia per la potenza dell’esecuzione (grande carin!). e la parte di “animals” (direi che non ho fatto spoiler, giusto?) è da urlo (e infatti ho urlato). e [spoiler alert] “deja vu”, integrata, è stata commovente.
        tutto bene?
        purtroppo no. a livello audio i nostri posti erano pesantemente penalizzati. l’acustica da palazzetto ci ha fatto rimpiangere tutto quello che abbiamo solo potuto immaginare si stessero gustando i “fortunati” del parterre, dove convergevano tutte le casse. un vero peccato, anche perché abbiamo assistito al concerto consapevoli che quella probabilmente sarebbe stata l’ultima volta che avremmo ascoltato waters dal vivo.
        in ogni caso, esserci è stato un sogno.

      3. Ciao Andrea dei problemi dell’acustica di Bologna lo sapevo ed infatti sono andato a Milano. A Milano ero circondato da emiliani che erano venuti li per il solito motivo peccato

      4. caro giain, non ero mai stato all’unipol arena (avevo forti dubbi) e anch’io volevo andare a milano per le ottime esperienze pregresse in fatto di acustica. purtroppo però questioni di carattere lavorativo (poi rivelatesi pippe) mi hanno fatto propendere per una data che non fosse infrasettimanale. e bologna è stata dunque una scelta obbligata. favorevole da un punto di vista logistico (alle 3:33 ero già a lettuccio dopo pausa di rito per caffè in autogrill), ma a posteriori non così favorevole per vivere appieno l’evento.
        c’amm a fà!
        mi fa molto piacere, comunque, che tu te la sia goduta al 100% come traspare dalle tue parole piene di entusiasmo. pollice su!

  3. Ero ieri sera alla data del 21… 😊

    Gran bel concerto ottimi musicisti.
    Ci sono state delle splendide sorprese fra gli eventi che accadevano sul palco.
    Qualcuno posterà la scaletta del concerto? Grazie

      1. Comunque nel finale dopo i saluti un fan gli ha lanciato la bandiera palestinese, Roger l’ha indossata a mantello e l’ha mostrata a tutti. Poi l’ha ripiegata e l’ha portata con sé.
        Forte.

        L’altra sorpresa… dite voi… se devo scrivere

  4. RAGAZZI, IO ANDRO’ ALLO SHOW DI STASERA DOMENICA 22, CI SI VEDE A BOLOGNA! NATURALMENTE I MIEI COMMENTI LI SCRIVERO’ NELLA RECENSIONE CHE SPERO DI FINIRE ENTRO DOMANI, SE QUALCUNO DI VOI SARA’ STASERA A BOLOGNA E MI RICONOSCETE, FATEVI VEDERE, MI FAREBBE MOLTO PIACERE CONOSCERE TUTTI VOI DEL BLOG.. SHINE ON! 😉
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  5. Ciaoooo Echoes, uno spettacolo indimenticabile, specialmente la seconda parte , lo abbiamo applaudito 10 minuti a metà del secondo tempo ed ha cominciato a piangere , una cosa che mi ha colpito e mi rimarrà per sempre , Simoneeee grandissimo spettacolo spero che l’audio di Casalecchio sia lo stesso del Forum , in prima fila c’era Ligabue . Dell’album il pezzo che ha reso di più è Smell The Roses, veramente bello ed allungato

    1. Sembra sia andata alla grande allora! In effetti ne ho sentiti pochi lamentarsi… sono stati praticamente tutti rapiti da Roger… Ragazzi io mio pensiero lo dirò nella mia recensione che farò settimana prossima, dopo averlo visto a Bologna! 😉

  6. … a me su Dogs è successo una cosa allucinante. Durante l’assolo a metà fra le continue riprese c’è stata una ripresa dal basso verso l’alto su Jonathan Wilson, in bianco e nero, sgranato… beh… vi giuro, rapito dalla musica per un attimo ho visto Gilmour ai tempi di Animals. Sembrava davvero lui e ci ho messo qualche secondo a realizzare che non era possibile:):) . Dopo di allora l’ho guardato con più attenzione e in certe espressioni mi ricordava ricorda anche Wright (e considerate che essendo al chiuso nessuno “fumava” :):) ).
    Da notare che nonostante gli assoli principali fossero appannaggio di Dave Kilminster, con un tocco più heavy rispetto all’originale, le parti suonate da Wilson mi sono sembrate più floydiane.
    Bravo e delicato anche Ian Ritchie al sax.
    Temevo che la dimensione “palazzetto” non fosse adatta allo show così come l’avevo visto nei filmati di Zacalo e del Tour Americano. Ora invece penso che questa “dimensione” permette di godersi maggiormente lo show nella sua interezza.
    Già in questa dimensione così contenuta si rischia comunque di “distrarsi” (magari nel tentativo di “toccare” il maiale:)

  7. La scaletta fa impressione!!! Però cavoli, sia lui che David stanno facendo il “loro” concerti da settantenni col 90% dei pezzi storici dei PF… Incomprensibile quindi che non trovino la maniera di unire le colossali energie che ancora hanno per suonare ancora gioiosamente assieme! Visto che suonano non dico gli stessi pezzi… ma anche! 😀

  8. Mamma miaaaaaa , il più bel concerto che abbia mai visto , grandissimo Roger , molto emozionante e commovente , ha pianto anche lui dalle ovazioni che ha avuto

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