live at pompeii

PINK FLOYD: “CHIT CHAT WITH OYSTERS” – INTERVISTA INEDITA DEL 1971

Un’intervista inedita del dicembre 1971 dei Pink Floyd allo Studio Europa Sonor in Francia è ora disponibile per la prima volta in versione integrale su YouTube. È stato necessario apportare solo alcuni ritocchi, tra cui il taglio di alcune riprese del Live at Pompeii a causa dei diritti d’autore. Un grande ringraziamento ad Adrian Maben e alla Cinémathèque Française per questa pubblicazione! Potete trovare il video originale di 52 minuti a questo link.

Note:

Nel dicembre 1971, i Pink Floyd si ritrovarono nel piccolo studio Europa-Sonore di Parigi per migliorare la qualità del missaggio multitraccia del film Live at Pompeii, girato da Adrian Maben. Con l’ingegnere di registrazione Charles B. Raucher, volevano sovraincidere musica ed effetti sonori sulla colonna sonora originale. David Gilmour e Richard Wright hanno raddoppiato le loro voci per il brano Echoes, parte I e II, mentre Roger Waters e Nick Mason sono rimasti in cabina. Dalle otto tracce registrate a Pompei ne sono state ricavate ventiquattro.

Questo film è un ritratto del gruppo come era più di un anno prima dell’uscita dell’album The Dark Side of the Moon. Testimonia uno dei periodi più fecondi della sua esistenza. La sessione di registrazione è stata filmata con una cinepresa Coutant su pellicola 16 mm in bianco e nero. Le bobine sono state ritrovate dal regista e sono ora conservate presso la Cinémathèque française. Non sono mai stati visti, ad eccezione di un estratto di dieci minuti utilizzato nel director’s cut di Pink Floyd: Live at Pompeii. Adrian Maben ripercorre questa esperienza: “Sono riuscito a filmare questa sessione che testimonia la straordinaria complicità che esisteva all’epoca tra tutti i membri del gruppo. Si prendevano gioco di me, dei luoghi comuni dei giornalisti, del pubblico, della droga e di loro stessi. Erano i re dell’understatement, il loro umorismo secco era devastante, destabilizzante e spietato. Soprattutto quello di Roger Waters. Richard Wright, più discreto, si teneva un po’ in disparte rispetto agli altri. In seguito, acquisì il soprannome di “The Quiet One”. La giornata fu lunga. Per darsi forza, mandarono il “roadie”, Chris Adamson, a comprare qualche dozzina di ostriche e birra alla Brasserie Lorraine. Improvvisamente, il banchetto di ostriche divenne l’epicentro di una conversazione esilarante ed esplosiva. Parlarono e parlarono: Pompei, i computer che sostituiscono i musicisti (o meno), l’arrivo di David Gilmour dopo la partenza di Syd, le ostriche che attraversano i confini nazionali, la corale di Berlioz, i soldi e i metodi astuti che hanno inventato per smettere di litigare! Insomma, c’era un po’ di tutto per una mezza giornata di riprese. Bisogna capire che, all’epoca, i Pink Floyd non parlavano al pubblico, non rilasciavano interviste. Per loro i giornali erano privi di interesse, i giornalisti erano vecchi e non capivano nulla della loro musica. La pubblicità era inutile perché i loro concerti erano sempre esauriti, bastava il passaparola per riempire le sale. Questo documento semplice e divertente è unico. Le riprese non hanno richiesto molto editing e catturano lo spirito interiore della band di quattro persone. Tutto sommato, Pink Floyd: Live at Pompeii potrebbe essere proiettato dopo Chit Chat With Oysters, essendo l’uno la controparte dell’altro. Si tratta di un film, di un reportage o di mettere un disco in immagini? Quarant’anni dopo, ancora non lo so“.

(Estratto dal catalogo del festival cinematografico Toute la mémoire du monde, 2013)


Chit Chat With Oysters

Adrian Maben
Francia / 2013 / 52:35 / OV con sottotitoli in francese opzionali
Con Roger Waters, David Gilmour, Richard Wright, Nick Mason.
Intervista inedita dei Pink Floyd presso lo studio Europa-Sonore di Parigi, dicembre 1971.

Il materiale originale utilizzato per montare il film è stato digitalizzato da David Zimmerman a Londra, quindi montato e restaurato nel 2013 con l’aiuto della Cinémathèque française.

Se su YouTube il video dovesse “sparire”, a questo link potete trovare il video integrale di 52 minuti!

Shine On!

DAVID GILMOUR LIVE At POMPEII – INTERVISTA – UN ANNO DOPO IL FILM

David Gilmour, ha risposto ad alcune domande dal web, in occasione del primo anniversario dall’uscita del Bluray/Cd/Lp “Live at Pompeii”:

D: Caro David, prova a descrivere l’atmosfera del posto. È stato qualcosa di mistico per te essere lì? Una sorta di connessione con il passato e l’anima di un vulcano assonnato?
Tudor Runcanu (via Facebook)
R: Le connessioni con il passato sono potenti a Pompei. Senti che stai camminando sulle orme delle persone che sono venute ad intrattenere e ad essere intrattenute tanti anni fa. Ci sono altri posti in Italia, in Grecia, in Turchia e nel Medio Oriente dove hai questa sensazione, ma da nessuna parte ti senti più vicino di quanto non lo sia a Pompei.

D. Il tuo assolo di In Any Tongue quella particolare notte è stato epico. Ti ho visto al Madison Square Garden in quel tour e ho pensato che il tuo modo di suonare la chitarra fosse fenomenale e migliore che mai. Richiede più pratica o diventa più difficile rimanere creativi quando si invecchia?
John Simonds (via Facebook)
R. Io non mi esercito, davvero. Il processo di creare un album e provare per un tour è tutta la pratica che faccio. Mi piace un assolo di chitarra che abbia un inizio riconoscibile per far entrare me stesso e il pubblico nel groove e, a seconda di quanto mi sento creativo e fluente in una notte, stabilire quanto mi sento libero di gironzolare in un nuovo territorio .

D. Puoi offrire una panoramica di ciò che stai pensando o cercando quando crei una scaletta per uno spettacolo?
Scott Wallen (via Facebook)
R. Ci sono molte cose da tenere in considerazione quando si lavora su una scaletta. Vuoi che i ritmi e le chiavi non siano troppo simili, devi considerare il significato delle canzoni mentre si susseguono, è necessario bilanciare le canzoni più recenti che le persone conoscono meno bene rispetto alle vecchie preferite e devi costruire verso un climax alla fine. È molto complicato farlo bene e ci sono un sacco di riflessioni. Spero che tu abbia approvato.

D. Mr. Glimour. Mi è piaciuto molto il DVD. Solo una rapida domanda sull’equipaggio. Sono un po un nerd della chitarra. Sappiamo tutti dell’iconica Black Strat, ma mi stavo chiedendo qualcosa sulla Telecaster. Ho sentito che c’è un pick-up di una Broadcaster vintage nel bridge, ma la chitarra è cablata come Broadcaster o come una semplice Tele? 🤔 Cheers!
Edward Blakemore (via Facebook)
D. La vecchia Tele che chiamo “the Workmate” è iniziata, prima che io l’avessi, come una Esquire. Aveva avuto un pick-up al manico aggiunto prima che io l’abbia avuta, che poi ho cambiato per un pickup proveniente da una stratocaster.
Il pick-up al ponte è quello che c’era quando l’ho presa, non so bene di cosa si tratta e confesso che non so quale sia la differenza tra i cablaggi di una Broadcaster e quelli di unaTele.

D. Quanto è stata forte la voglia di toglierti la maglietta come nel 1972?
Ed Hydock (via Facebook)
R. Ho dato un’occhiata a me stesso nello specchio del bagno e ho pensato.. ‘Nah’.

D. Hai suonato con una delle chitarre che hai usato nella prima Pompei nel 1971?
@telecasttro (via Instagram)
R. Sì, ho suonato la Black Strat in entrambi.

D. Cosa hai fatto prima di salire sul palco quella notte? Hai qualche rituale?
@raygultomWhat (via Instagram)
R. Non ho rituali, solo alcuni esercizi di riscaldamento vocale.

D. Ciao David, vengo dall’Iran. Sei il mio amore. Perché non canti Echoes in Italia?
@ hadiravanshad24 (tramite Instagram)
R. Echoes per me è una interazione tra Rick e me stesso, dopo la sua morte nel 2008 ho deciso di non suonarla più.

D. Quale pensi che sia meglio. L’originale o la rivisitazione …..?
@ sjd0105 (via Twitter)
R. È impossibile confrontare i risultati delle due esibizioni. Sono così diversi. Nel 1971 stavamo realizzando un film per lo più alla luce del giorno. Si trattava di fare una performance di una canzone, spesso diverse volte, fino a quando il regista era soddisfatto di avere tutti gli shot di cui aveva bisogno: passava molto tempo seduti senza fare niente.
Inoltre, non c’era pubblico.
Nel 2016 stavamo suonando dal vivo durante la notte, suonando il più bene possibile a un pubblico entusiasta. L’atmosfera era molto diversa. Il 2016 è stato molto più piacevole.

D. Se potessi sussurrare qualche consiglio al tuo io più giovane a Pompei, basato su tutte le tue esperienze tra i due concerti di Pompei, quale sarebbe?
@musicandwords (via Twitter)
R. Tieni la maglietta …

D. Questo ha chiuso una carriera? O ci sono piani per un nuovo album o un tour futuro?
@nicksthatoneguy (via Twitter)
R. Non ho piani immediati per un album o un tour, ma ciò non significa che mi sia ritirato.

 

Shine On!

RECENSIONI: DAVID GILMOUR: LIVE AT POMPEII – COFANETTO BLU-RAY & LP

L’attesa per questo filmato è stata lunga, chi non ha potuto assistere al concerto ha dovuto aspettare più di un anno per mettere le mani sul filmato e godere delle performance che David Gilmour ha fatto nell’anfiteatro di Pompei..

Il box 2 Cd +  Blu-ray si presenta bellissimo, nello stile del cofanetto di “Rattle That Lock”:

Il concerto parte subito, non c’è infatti il mini documentario con cui il filmato era partito nella versione cinematografica: 5am, un’immagine da mozzare il fiato, con l’anfiteatro e il Vesuvio alle sue spalle.. si nota subito il grandissimo lavoro che è stato fatto sulla registrazione, un suono mai sentito così “vivo” e “vero”. L’esecuzione, magistrale.. anche se ho avuto la sensazione che nelle primissime note di chitarra, l’immagine e il video non siano in perfetto sincrono, ho avuto la stessa sensazione anche al cinema. Rattle That Lock era già stata pubblicata su You Tube da parecchio tempo e la ritroviamo così, con David in ottima forma e il suono della Fender Esquire.. a mio parere tra i più belli di sempre. Faces Of Stone è qualcosa che ti strappa l’anima. Difficile trattenere le lacrime durante l’assolo, sembra che David ci dica con essa tutto il dolore sopportato per la perdita di sua madre. What Do You Want From Me, pezzo da The Division Bell eseguito con grande energia anche se un po “legnoso”. Durante The Blue da On An Island David si sbizzarrisce con l’effetto Whammy, e il risultato è notevole, anche se forse è un po troppo lunga. The Great Gig In The Sky è un pezzo che i coristi hanno proposto a David e lui ha accettato, discutibile il risultato, personalmente avrei proposto altro. A Boat Lies Waiting è il pezzo più commovente del concerto, dedicato a Richard Wright con David che per un attimo sembra cercarlo nel cielo.. Wish You Were Here la conosciamo tutti e infatti il pubblico canta insieme ai musicisti, con finalmente Chester Kamen che rende giustizia alla parte ritmica di chitarra, a differenza di Phil Manzanere che ogni tanto “steccava”. Si continua con Money con un bel duetto tra i chitarristi e poi è la volta di In Any Tongue: per me il miglior brano da Rattle That Lock. Grandissimo assolo anche se mi sarei aspettato che in questi concerti David provasse a cantare anche il ritornello come sul disco originale. High Hopes è eseguita magistralmente e chiude la prima parte del concerto.

La seconda parte si apre con l’unico brano eseguito anche dai Pink Floyd nel ’71, One Of These Days, incredibili gli effetti sull’anfiteatro. Si prosegue con “Shine On“, una delle più belle versioni che ho mai ascoltato, il suono è da togliere il fiato e l’esecuzione sembra presa dal disco originale, unico difetto a mio parere l’assolo di sax di Joàe Mello che ha sicuramente fatto di meglio durante il tour. Fat Old Sun è una delle mie preferite, e qui il suono è molto ripulito a differenza dell’esecuzione dal vivo dove durante l’assolo si creava un po di confusione, qui invece è tutto a posto; Coming Back To Life anch’essa grandiosa, nel tour del 2006 durante l’assolo usava una distorsione più “spinta” mentre in questo tour ha preferito rimanere fedele al disco. On An Island non me l’aspettavo così, versione addirittura migliore del 2006, con un gran tiro, anche  Today è stata migliorata molto, infatti durante il tour le voci dei cori risualtavano troppo evidenti, qui sono state abbassate di volume e il tutto risulta più gradevole. Sorrow è senza parole, davvero una gran versione, anche se paragonata al live di P.u.l.s.e. perde un po di “confidenza” nell’assolo finale, resta il fatto del suono che David tira fuori: impossibile. Run Like Hell con l’intera banda in Rayban è il momento “disco” con un finale da mozzare il fiato con i fuochi artificiali a colorare il cielo spora l’anfiteatro, uno spettatore si porta le mani ai capelli quasi a dire: “ma che cazzo succede?”.

Il gran finale parte con Time e Breathe -reprise- dove il suono della chitarra anche questa volta è diverso rispetto alla versione del tour del 2006, più fedele alla versione originale. Comfortably Numb è l’epilogo della serata, lascio a voi i commenti…

Il Blu-Ray si chiude con il mini-documentario di 7 minuti Pompeii Then and Now, dove si parla anche con Adrian Maben e i ragazzi degli scavi.. Personalmente ho apprezzato più quello visto al cinema.

Continuo però a sperare che prima o poi questo Live At Pompeii veda l’uscita in versione Blu-ray 4K, essendo stato filmato in questo formato, solo allora potremo godere (tv e lettore permettendo..) della massima definizione in cui è stato filmato il live,

I contenuti bonus sono davvero eccezionali, si parte con alcune versioni di brani dal tour Sud Americano davvero notevoli, con una Comfortably Numb ispiratissima e con l’assolo forse addirittura più bello di quello di Pompei. Si continua con altri brani dal concerto Polacco trasmesso in diretta Tv, anche questo ripulito da “rumori” della diretta e con diverse inquadrature.

Poi è la volta dei documentari, con immagini da ogni data del tour mondiale 2015 e 2016, molte immagini e poche parole, davvero bello, consiglio a tutti la visione, e se volete un Hot Dog “David Gilmour Signature”, prendetelo con cipolle, senape e ketchup! 😉

Conclude il box il documentario fatto per la Bbc “Wider Horizons” con finalmente i sottotitoli in italiano, e questo è davvero uno sguardo più approfondito nella vita di David Gilmour dove si possono capire molte cose, della persona, più che del chitarrista.

La versione in 4 Lp è un bel box con dei colori veramente azzeccati, il suono è quello che ci si aspetta da un vinile.. Bellissimo anche il libro con le immagini giganti! Incredibilmente però non hanno inserito un codice per scaricare il contenuto in Mp3 da internet..

In conclusione, mi risulta difficile non consigliare la visione di questo concerto ad un fan dei Pink Floyd o David Gilmour, è vero che nel filmato si è dato poco spazio all’anfiteatro, e soprattutto al pubblico, a differenza dei filmati Sud Americani, ma questo film è l’espressione musicale di David Gilmour nel 2015 e 2016, un musicista con ancora tanta voglia di suonare e sperimentare suoni, che se ne frega se la sua voce non è più all’altezza di 10 anni fa, il pubblico lo vuole su quel palco, e lui, ogni tanto, ci accontenta.. con la promessa di tornare nuovamente in studio, perchè David si sa, se partirà per un nuovo tour, sarà per pubblicizzare un nuovo album!

Shine On!

RECENSIONI: DAVID GILMOUR – LIVE AT POMPEII – VERSIONE CINEMATOGRAFICA

Era praticamente certo ancora prima del concerto l’uscita su Dvd / Bluray del live che David Gilmour ha tenuto il 7 e 8 luglio 2016 nel leggendario anfiteatro di Pompei, ma nessuno si aspettava una versione cinematografica, andata in onda in tutto il mondo per un solo giorno, mentre in Italia abbiamo fatto le cose in grande ed il film è stato proiettato per tre sere consecutive. La versione del cinema è “tagliata” di qualche canzone per entrare negli “standard orari” cinematografici: Faces of Stone, Money, The Blue, Fat old sun, Coming back to life, On an Island, The Girl InThe Yellow Dress e Today infatti le troveremo solo nella versione Dvd e Blu-ray in uscita a fine settembre.

Ma ora parliamo del contenuto: la mia visione è stata al cinema Multiplex “Le Befane” di Rimini in una sala dotata di Dolby digital surround DTS e Sistema di Proiezione Sony Digital Cinema 4K.

Partendo dal presupposto che questo film (so che è difficile..) non può essere neanche lontanamente paragonato a “quel” Live At Pompeii che i Pink Floyd fecero nel lontano 1971, una opinione su questo concerto deve essere fatta in base al “Rattle That Lock World Tour” che David Gilmour ha portato in giro per il mondo nel 2015 e 2016. La scaletta è stata per lo più la stessa delle altre date, con l’eccezione di “the Great Gig In The Sky” che ha ricevuto molte critiche, ed in effetti è parso anche a me che si sarebbe potuto rischiare qualche altra canzone, perchè “Great Gig..” è molto particolare e farne una versione degna di nota è veramente difficile. L’unica canzone invece eseguita anche nel 1971 è stata “One Of These Days”.

Il film inizia con un mini-documentario dalle prove a Brighton all’arrivo a Pompei, dove mostrano l’inizio dell’assolo di In Any Tongue nel soundcheck, altamente spettacolare, senza nessun pubblico.. Poi si inizia. Non farò un elenco delle sensazioni canzone per canzone ma vi basti sapere che le riprese di Gavin Elder sono altamente spettacolari e danno davvero la sensazione di assistere al concerto, una piccola consolazione per chi -come me- non ha potuto assistere dal vivo a questo evento, senza parlare della parte audio: sinceramente una pulizia del suono così l’ho sentita raramente, tutti gli strumenti sono facilmente riconoscibili, compreso il coro, e per la chitarra di Gilmour non ci sono parole: sembra che stia suonando davanti a me in presa diretta. Sono ancora sconvolto. Vorrei sapere che diavolo di microfono hanno usato per registrarla.. L’esecuzione è stata pressoché perfetta, nessuna sbavatura, e mi pare nessun ritocco evidente dal live originale se non in una strofa di “Rattle That Lock”, ma per la certezza assoluta bisogna parlare con chi al concerto ci è stato dal vivo. Un David molto concentrato sulla performance, spesso ad occhi chiusi in piena “trance” musicale e davvero commovente in “A Boat Lies Waiting” dove sembra cercare Rick nel cielo, senza parlare di Comfortably Numb, In Any Tongue, High Hopes.. La parte di assolo iniziale di “Shine On..” sembra presa direttamente dal disco originale, un suono che.. bo, non lo so descrivere. Insomma avrete capito che a me il concerto è piaciuto parecchio. L’effetto che mi ha fatto vedere Live At Pompeii sul grande schermo è incredibile, mi viene voglia di costruirmene uno tutto mio, le pareti del cinema in Sorrow quasi tremavano e il Dolby Dts ha funzionato alla grande anche se non in versione “Atmos”.

Ora aspettiamo con trepidazione l’uscita su Dvd, Blu-ray, Lp e cd per vedere ed ascoltare anche i pezzi mancanti del concerto, canzoni come “Faces Of Stone”, “Fat Old Sun”, “Coming Back To Life” e le altre che nella versione cinematografica non hanno trovato posto e magari, per i presenti, cercare di riconoscersi! 😉

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Infine un piccolo appunto: non riesco a capire perchè (essendo io molto appassionato di tecnologia) avendo filmato il concerto in 4k non uscirà una versione appunto in Ultra HD 4k, potendo godere appieno anche a casa della massima definizione in cui il concerto è stato filmato.

Shine On!

DAVID GILMOUR – LIVE AT POMPEII AL CINEMA – L’INTERVISTA

Per tre giorni si potrà rivivere al cinema la magia dei concerti che David Gilmour ha tenuto a Pompei nel luglio del 2016. Arriva infatti nelle sale italiane, dal 13 al 15 settembre, “Live at Pompeii“. Un evento nell’evento, per rivivere il primo concerto svoltosi nell’anfiteatro romano davanti a un pubblico dopo quasi 2.000 anni, con brani che coprono tutta la carriera di Gilmour, dai classici dei Pink Floyd alle ultime opere soliste.

In collaborazione con Paola, qui di seguito la bellissima intervista che David ha rilasciato al World Cafe.

David Dye: L’ospite di oggi del World Cafe è David Gilmour, chitarra, voce e compositore dei Pink Floyd dal 1968 quando si unì al gruppo per sostituire l’ormai instabile Syd Barrett. Il pianista Richard Wright è deceduto nel 2008… Il bassista e scrittore Roger Waters è in tour dall’anno scorso con brani originali e vecchi brani del gruppo, mentre David Gilmour è al cinema con un nuovo concerto, filmato nell’anfiteatro romano di Pompei in Italia lo scorso Luglio.

Sarà trasmesso in tutto il mondo il 13 settembre, prima di essere pubblicato in BluRay, CD e DVD.

Il concerto di Pompei è spettacolare, con le gradinate vuote e il pubblico al centro dell’arena. Prima di sentire alcuni spezzoni del concerto vorrei parlare con Gilmour di un’altra volta in cui Pink Floyd suonarono nello stesso anfiteatro a Pompei, senza un pubblico, nel 1971. Questo concerto è disponibile online e nell’ultimo boxset dei Pink Floyd. Qual è il tuo ricordo del film del 71?

DG: Passammo qualche giorno là,  andammo sul monte del Vesuvio, e in delle sorte di piscine di zolfo bollente, e registrammo tutto in modo piuttosto amatoriale, il live fu registrato in una macchina a 8 tracce, e in qualche modo i nostri ragazzi riuscirono a far funzionare il tutto. Ne abbiamo ottenuto un bel film.

DD: Vi preoccupaste dei rischi di disturbare il luogo?

DG: Allora? No, non avevamo un sistema di amplificazione perché i microfoni erano collegati direttamente al nastro, c’erano solo i nostri amplificatori, quindi non penso ci fossero rischi di danneggiare niente. Non come adesso, abbiamo dovuto assicurare gli abitanti della città e l’amministrazione del sito archeologico che non avremmo fatto alcun danno.

DD: Siamo qui per parlare del concerto dell’anno scorso, nei cinema il 13 di settembre. Visivamente è incredibile, il merito va al designer di luci Mark Brickman. Vorrei sapere, quanto avete discusso sul coinvolgere la struttura dell’anfiteatro?

DG: Mark ed io abbiamo parlato di come volessimo farlo. Gli ho dato molta libertà e lui ha avuto parecchie idee. Avevamo dei droni che filmavano da lontano, riprendendo tutta l’area con il Vesuvio dietro il palco, ci abbiamo passato delle notti indimenticabili.

DD: Immagino che mentre suoni tu non sia completamente consapevole di quello che sta succedendo alle tue spalle.

DG: È difficile vedere tutto, ma di solito ho uno specchio convesso ai miei piedi con i quali posso vedere lo schermo e cosa sta succedendo alle mie spalle.

DD: Uno dei brani che non suonate molto spesso è The Great Gig in The Sky. Perché stavolta l’hai voluta includere nella scaletta?

DG: Volevamo una nuova canzone, una sorpresa speciale per i concerti di Pompei. Le coriste hanno lavorato molto su una versione di The Great Gig In The Sky, senza dirmi niente. Sono venute da me chiedendomi se avrebbero potuto farla, avendo provato questa loro versione. L’abbiamo tenuta per quelle due notti. Abbiamo suonato questa, scritta da Rick Wright, insieme a qualche altra, come piccolo tributo per il nostro Rick.

DD: Vorrei parlare un po’ di Richard Wright poiché hai specificato che questo è uno dei suoi brani. Dimmi qual è stata la sua influenza sui Pink Floyd. So che è una domanda difficile, ma così come la tua chitarra ha definito il suono dei Pink Floyd, così ha fatto il suo piano.

DG: Nel suono dei Pink Floyd il suo piano è stato un elemento portante in modo più subdolo. Si dice che “non apprezzi quello che hai finché non lo perdi”. Quando se n’è andato si è sentita subito la sua assenza. È stato bello dedicargli questo tributo durante i concerti, cercando di ricordare alla gente quanto grande fosse la sua parte nella musica che abbiamo fatto in tutti questi anni.

DD: Parlando di chitarre, il suono della tua chitarra è stato un elemento caratterizzante della musica dei Pink Floyd. Durante questi concerti, correggimi se sbaglio, hai suonato un paio di acustiche, tra cui una spagnola, una Stratocaster, una Lap Steel Guitar, e una Telecaster parecchio usata. Il suono che crei è sempre identificabile, è sempre stato così?

DG: Penso che il suono che crei con una chitarra è dato dal tuo gusto e dal tuo modo di essere. Le tue dita, il tuo senso del ritmo, la tua coordinazione tra mano destra e sinistra, tutte queste cose giocano un ruolo in cosa è il suono della tua chitarra. Immagino si sia definito sempre di più con il passare degli anni, ma è sempre stato presente. Posso dire di essere stato molto fortunato nell’aver creato un suono così riconoscibile. Come hai detto tu, posso suonare una lap steel guitar, una Telecaster o una Esquire, come in effetti facevo all’inizio, o una Stratocaster, e il mio modo di suonare rispecchierà sempre il mio modo di essere, ne sono molto contento, ma non ti so spiegare come ciò sia successo.

DD: Dimmi della tua Esquire, so che c’è una lunga storia dietro.

DG: C’è un ragazzo molto conosciuto nell’ambiente, Seymour Duncan, che disegna parti di chitarra, pickups, e cose così. Lavorava a Londra per la Fender negli anni 70, lo conoscevo quindi gli chiesi se poteva trovarmi una chitarra che si avvicinasse al suono della chitarra di Roy Buchanan, che mi piaceva molto al tempo. Mi portò quella chitarra, tutta rovinata, ma che aveva un suono fantastico. È una delle mie preferite non potrei vivere senza, ha molto carattere. Non l’ho mai ridipinta, è così com’era quando la presi. Qualcuno l’aveva rovinata cercando di togliere la vernice con qualche attrezzo che ci ha lasciato quegli strani segni. Ma funziona.

DD: David, uno dei miei brani preferiti del film è One Of These Days, da Meddle, che avete suonato anche nel live a Pompei originale. Il brano è accreditato a tutti i membri dei Pink Floyd, ti ricordi come l’avete scritta?

DG: È difficile ricordare. Il suono ripetitivo creato con un Digital Delay… Anzi, era Analogico, era una cosa su cui stavo lavorando da molto tempo. Roger lo risuonò con il basso e così è nato questo riff. È stata una di quelle volte in cui l’idea iniziale si sviluppa in studio e diventa una grande composizione.

DD: David, hai registrato questi concerti durante il tuo 70° anno di età, è un’età in cui si può ancora fare del rock?

DG: Non penso che l’età abbia molto a che fare con niente, finché ti tieni in forma e in salute. Le idee non hanno ancora smesso di venirmi, quando succederà inizierò a preoccuparmi.

DD: Volevo proprio parlare della tua creatività e la tua risposta mi piace molto.

DG: Non so, magari mi sto illudendo da solo, ma mi sembra di creare più materiale e di migliore qualità più invecchio. C’è ancora molto in riservo per un nuovo album. Su cui possibilmente riuscirò a lavorare nei prossimi tempi. (Letteralmente dice “One Of these days” 😉 ).

DD: il tuo collega Roger Waters è in tour con uno spettacolo piuttosto teatrale, e vi dividete parecchio materiale, hai visto o hai intenzione di vedere questo tour?

DG: Non credo di aver bisogno di vedere un tour di Roger Waters al momento, non vado a vedere molti concerti in effetti. Io e Roger non andiamo molto d’accordo ultimamente, quindi non penso andrò a vederlo.

DD: Questo concerto, live a Pompei, è stato registrato l’anno passato quando la situazione politica era più movimentata di ora. Cosa ne pensi riguardo l’inserire elementi politici nei tuoi concerti?

DG: Penso che ognuno debba fare ciò che crede, ciò che pensa di dover fare. Se avessi una visione politica più approfondita e fossi capace di esprimere a parole il mio pensiero lo farei. Sono una persona politica, so bene da che parte vorrei stare, ed è la parte democratica, che in Regno Unito è il partito Laburista, ma la musica è ciò che amo quando mi concentro completamente in ciò che sto facendo, non avrei paura di farlo ma non sono così spinto a farlo come lo è Roger. Sono assolutamente a favore. Io e Roger ci siamo guadagnati una posizione tale da poter fare ciò che vogliamo fare. Se agli altri non piace, non è affar nostro.

DD: Ci sono altri brani dei Pink Floyd che sentiresti il bisogno di suonare ancora dal vivo?

DG: Quando facciamo le prove i ragazzi sono grandiosi, proviamo un po’ di tutto e i brani che vengono meglio sono quelli che scegliamo di fare. Cerchiamo di scegliere i vecchi brani che sappiamo il pubblico apprezzerà, li uniamo ai miei nuovi pezzi tratti dagli album da solista, e cerchiamo di creare un equilibrio nella musica che suoniamo.

DD: Devo dire che la reazione al lavoro da solista è stato molto positivo, ti aspetti che il pubblico abbia una grande reazione ai brani dei Pink Floyd, ma c’è stata anche per gli altri.

DG: È molto gratificante vedere che al pubblico piacciono così tanto i miei nuovi brani. È molto bello e mi spinge a continuare a lavorare.

David, congratulazioni per il film, e grazie per aver parlato con noi.

DG: È stato un piacere.

Traduzione a cura di Paola

A questo link potete ascoltare l’intera intervista.

A questo link la recensione del film a cura di Floyd Channel.

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DAVID GILMOUR: “ONE OF THESE DAYS” LIVE @ POMPEII

Manca poco all’uscita nelle sale cinematografiche di “David Gilmour: Live At Pompeii” e il canale YouTube ufficiale non manca di ricordarcelo con anteprime ed epk: l’ultimo video integrale riguarda “One Of These Days“, l’unico brano suonato anche nel 1971 dai Pink Floyd.

Durante le interviste sull’uscita del Live, David ha rilasciato un’affermazione sui progetti futuri, dove dice che ci sono canzoni quasi finite, che non sono state pubblicate in Rattle That Lock, ma che lo saranno in un prossimo album, che si augura, “senza fare promesse”, di pubblicare prima dei quasi 10 anni occorsi per Rattle That Lock. E sicuramente non farà nessun nuovo Tour se non ci sarà un nuovo album da pubblicizzare. Restiamo in attesa e incrociamo le dita! 😉

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